Il susseguirsi incalzante di episodi di violenza, anche mortale, nei confronti di donne, vittime dei loro partner od ex partner che, spesso, non accettano la fine di relazioni affettive e la necessità di tutelare queste vittime “vulnerabili” è alla ba
Il susseguirsi incalzante di episodi di violenza, anche mortale, nei confronti di donne, vittime dei loro partner od ex partner che, spesso, non
accettano la fine di relazioni affettive e la necessità di tutelare queste vittime "vulnerabili" è alla base della Legge n. 119
entrata in vigore il 15 ottobre 2013.
La violenza si può sviluppare all'interno delle mura domestiche in condizioni di abuso, sopraffazione e vessazione o, qualora la vittima
decida di porre fine alla relazione di coppia, possono insorgere reazioni inconsulte da parte del partner che, non accettando tale decisione,
decide di porre in essere atti persecutori, talvolta con un'escalation di violenze o minacce che si rivela prodromica ad un tragico epilogo.
E' proprio uno di questi casi che si sono trovati di fronte gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Arezzo.
Una ragazza, poco più di una bambina, ma con la forza di una donna adulta, ha trovato il coraggio di denunciare il suo aguzzino ed ha
ricevuto la pronta risposta dello Stato.
Ha raccontato che, troncata una relazione sentimentale, se così si può definire una storia innocente come quella che aveva vissuto,
il suo fidanzato non aveva accettato la decisione ed aveva iniziato a vessarla costantemente. Ovunque andasse lo incontrava ed, ogni volta, il
giovane la minacciava e, spesso, quando riusciva a trovarla isolata, la percuoteva.
Per mesi la ragazza ha percorso questo calvario da sola anche perché lui, il suo aguzzino, l'ha minacciata che, se si fosse confidata con
qualcuno o se avesse chiesto aiuto, si sarebbe vendicato picchiando il fratello.
In silenzio, impaurita, sola e senza poter contare sull'aiuto di nessuno, la giovane ha subito le angherie alle quali l'ex partner l'ha sottoposta
fino a che lui, più violento del solito, l'ha percossa con tale forza da costringerla a ricorrere alle cure dei sanitari che hanno,
prontamente, attivato il "codice rosa" informando, subito, la Polizia.
E', così, subito intervenuto il nucleo della Squadra Mobile di Arezzo, diretto dal dr. Giovanni Schettino e preposto alla repressione di
questa tipologia di reati; di fronte alla professionalità ed alla sensibilità degli operatori, la giovane ha dato libero sfogo alle
emozioni e fra le lacrime ha, finalmente, rivelato il dramma che stava vivendo.
Ha descritto, piangendo, tutte le angherie alle quali l'ex partner l'aveva sottoposta negli ultimi mesi ed ha raccontato che non vi era giorno in
cui lui non si facesse vivo minacciandola anche con la sua sola presenza.
Ha, così, avuto inizio una mirata attività diretta a stroncare la persecuzione ed a tutelare, nel contempo, la minore. L'epilogo
dell'indagine è intervenuto nella tarda mattinata di ieri allorquando gli operatori della Squadra Mobile, nel corso di un servizio di
appostamento, hanno avuto modo di essere spettatori di un ennesimo atto di violenza posto in essere dall'ex partner nei confronti della ragazza
che, ignara di essere sorvegliata dai poliziotti, ha visto giungere, inaspettato, l'aiuto di due operatori della Squadra Mobile che, senza por
tempo in mezzo, hanno messo le manette al giovane ex fidanzato, F.A., cittadino rumeno poco più che ventenne.
Il GIP del locale Tribunale, all'esito dell'interrogatorio si è riservato di pronunciarsi per la convalida entro i termini e di poter
valutare così, nell'estensione di un atto unico, anche la possibilità di applicare una misura cautelare all'arrestato, F.A. di anni
24.