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25 novembre 2020 - Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

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Si è celebrata ieri, 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne, fenomeno, questo, che continua purtroppo a far registrare atti criminosi o violenti in danno di vittime spesso rinchiuse nel loro dolore e nella loro solitudine.

Nonostante il significativo e costante impegno delle strutture specializzate della Polizia di Stato nel contrasto a tale tipologia di odiosi illeciti, un fondamentale passo in avanti dovrà comunque essere compiuto, sotto il profilo culturale, dall’intera comunità affinché le donne, come ha sottolineato lo stesso Capo della Polizia, Prefetto Gabrielli, non si sentano più sole e, con rinnovata dignità, generalmente ed incondizionatamente riconosciuta, possano intraprendere sempre la strada della denuncia senza più considerare tale atto un comportamento di cui vergognarsi.

Nello spirito del continuo impegno profuso dalla Polizia di Stato nell’operare, con ampia competenza, in piena sinergia con l’intera rete dei centri antiviolenza distribuiti sul territorio, il Questore della Provincia di Arezzo, Dario Sallustio, incontrando gli Organi di Informazione, ha voluto rimarcare il lungo percorso compiuto dal Legislatore, a partire dagli anni ’90 e fino all’istituzione del cosiddetto “Codice Rosso” del 2019, per apprestare strumenti normativi sempre più specifici ed attenti al fenomeno nell’ottica di una costante tensione alla tutela della vittima.

Nel pieno convincimento che la problematica in questione coinvolge, e deve coinvolgere, tutti i componenti della Società civile per un solidale e generalizzato cambiamento culturale, il dott. Sallustio ha evidenziato la grande professionalità raggiunta dagli operatori della Polizia di Stato nell’ascolto  e nella gestione del percorso di riscatto  delle vittime di violenza, riuscendo ad indirizzarle su un consapevole senso di fiducia nel sistema legale  e nei suoi operatori, prima fra tutti la Magistratura, sempre estremamente sensibile al fenomeno  e protesa a garantire la puntuale applicazione delle disposizioni normative in materia.

 

Franco Gabrielli - Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza:

Ogni volta che mi trovo ad affrontare per motivi istituzionali questa tematica, mi piace ricordare che la Polizia di Stato ha iniziato un percorso di specializza-zione già negli anni ’90, fino a diventare, con i propri uffici e servizi, il “terminale” di tutta quella necessaria e doverosa attività di prevenzione e di contrasto dei reati di violenza di genere.
Anche in questo periodo, caratterizzato da diverse emergenze, le statistiche ci mostrano come la donna, in quanto donna, continui ad esse la destinataria privilegiata di efferati fatti di sangue.
E allora più che mai oggi, che il sistema normativo è particolarmente attento a queste situazioni ed offre numerosi strumenti di tutela, emerge la triste verità, che riconduce le cause primarie dei delitti basati sul genere della vittima a fattori culturali: le violenze sono il frutto di una considerazione della donna come un oggetto di proprietà. Le forze di polizia sono sempre più preparate sulle tematiche, si sono dotate di luoghi idonei dove accogliere la vittima, si sono aggiornate sui moduli operativi e di primo contatto, la rete ed il funzionamento dei centri antiviolenza è ormai consoli-data. Grazie alla sinergia di queste componenti, le vittime ottengono un importante sostegno in momenti così delicati, in cui far emergere il loro disagio è sempre difficile.
Il ruolo decisivo ora spetta alla comunità: tanto più una donna si sentirà protetta nel contesto in cui vive tanto più capirà che uno schiaffo ricevuto non è solo uno schiaffo, che la denuncia non sarà un atto di cui vergognarsi, ma la giusta soluzione a un percorso di violenza subita.
Noi facciamo grandi sforzi e continueremo a farli, ma fino a quando la comunità si disinteresserà e non si farà carico di sostenere le vittime, fino a quando le donne si sentiranno sole nell’ambito della comunità, il nostro impegno resterà incompiuto.
Il nostro servire la collettività verrà sempre fatto con pazienza, amore, coinvolgimento emotivo, con il sorriso sulle labbra, perché ogni servizio, che può addirittura rivelarsi funesto, è un qualcosa che accresce ognuno di noi. Servire è la nostra unica ragione di esistere.

                                          

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25/11/2020
(modificato il 26/11/2020)

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