Nella mattinata di ieri il personale del nucleo volanti del Commissariato distaccato di P.S. di Montevarchi, comandato espressamente di servizio per attività di contrasto contro i reati predatori unitamente ad altra pattuglia antirapina della Sezione Anticrimine del medesimo ufficio, durante un’attività di osservazione presso la locale area commerciale, notava strani movimenti di due giovani che, poco fuori del magazzino OBI, con fare sospetto riponevano del materiale all’ interno di un autoveicolo li parcheggiato ed anziché ripartire chiudevano lo stesso occultando poi la chiave dietro la ruota posteriore dello stesso, rientrando poi nel magazzino.
Osservata tali insolite manovre, la pattuglia antirapina dopo essersi allontanata e dopo aver effettuato un breve giro tornava sul posto ed in maniera discreta si poneva in osservazione. In effetti di li a poco vedeva uscire di nuovo i due giovani che compivano le stesse identiche manovre per rientrare poi ancora una volta nel magazzino.
A questo punto i medesimi operatori si appostavano nei pressi del veicolo e, una volta visti i due giovani riavvicinarsi, procedevano a bloccarli ed identificarli.
Si trattava di S.D. di anni 31 e C.G. di anni 20, entrambi di origini campane ed ivi residenti.
Veniva quindi operata una sommaria perquisizione sulla loro persona a seguito della quale veniva rinvenuta, occultata nei loro giubbotti, un considerevole quantitativo di materiale elettrico senza che gli stessi potessero esibire alcuno scontrino di acquisto e del quale non sapevano dare alcuna giustificazione plausibile.
A questo punto, non potendo negare la proprietà e la disponibilità del veicolo lì parcheggiato, venivano invitati ad aprire il bagagliaio ove, non senza sorpresa, veniva rinvenuto ulteriore materiale di genere elettrico per un valore complessivo di circa duemilacinquecento euro. Ma le sorprese neon finivano lì allorché sempre indosso ad uno dei due giovani, venivano rinvenuti dei fogli manoscritti contenenti una vera e propria “lista della spesa” parzialmente smarcata e corrispondente alla merce rinvenuta.
Presi poi contatti con il legale rappresentante dell’esercizio commerciale - questi riconosceva la merce rinvenuta come asportata dallo stesso magazzino e quindi oggetto di furto - A questo punto, previo interessamento della competente autorità giudiziaria, i suddetti venivano entrambi posti in arresto.