Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato di Arezzo ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal competente G.I.P. presso il Tribunale, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un ventiseienne, ritenuto responsabile di numerosi reati contro il patrimonio, nello specifico rapine e furti, commessi nei confronti di esercizi commerciali del centro cittadino.
Le indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Arezzo, coordinati dal dott. Sergio Leo, hanno dato modo di appurare che l’uomo, già gravato da precedenti specifici, nei mesi di febbraio e marzo si era reso autore di oltre dieci episodi delittuosi, tramite l’utilizzo del medesimo modus operandi.
Nello specifico il malvivente si introduceva all’interno degli esercizi commerciali prescelti ed in pochi secondi si impossessava di beni di vario genere (da capi di abbigliamento a profumi) per poi dileguarsi nell’immediatezza. Bloccato in alcune occasioni da dipendenti dell’esercizio commerciale o da avventori, il ventiseienne era riuscito a divincolarsi usando violenza nei confronti degli stessi al fine di garantirsi l’impunità, arrivando, in un’occasione, anche a minacciare con un coltello uno dei soggetti che aveva provato a bloccarlo.
Le indagini, sviluppatesi negli ultimi due mesi attraverso la ricezione delle denunce da parte delle persone offese, la predisposizione di appositi servizi di appostamento e pedinamento, la disamina delle immagini di videosorveglianza e i conseguenti riconoscimenti fotografici, hanno consentito di costruire un solido impianto probatorio a carico del reo, nei confronti del quale è stata richiesta ed ottenuta l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, in considerazione dei gravi indizi di reato emersi e dell’imminente pericolo di reiterazione dei reati.
Dalle indagini è inoltre emersa l’assoluta spregiudicatezza dimostrata dall’uomo nel corso delle numerose azioni furtive poste in essere, che venivano reiterate ormai con cadenza settimanale, e nel corso delle quali il malvivente affermava di non temere né le forze di polizia né le conseguenze delle sue azioni.
Il quadro probatorio ricostruito, compendiato in apposita informativa di reato, ha trovato l’avallo dell’Autorità Giudiziaria procedente, che ha appunto disposto che il soggetto venisse tradotto in carcere.