Nel tardo pomeriggio di ieri gli uomini della Polizia di Stato della Sezione Anticrimine del Commissariato distaccato di pubblica sicurezza di Montevarchi, unitamente agli uomini della Squadra Mobile della Questura di Lucca, in una località di Ambra, sono riusciti a rintracciare e a trarre in arresto, per esecuzione ordinanza di custodia cautelare in carcere, M. R., 60 anni di origini sarde. Lo stesso, a partire dall’ estate dello scorso anno si era reso responsabile nel territorio della lucchesia di una serie di furti con scasso in alcuni distributori di cui forzava le relative casseforti automatiche annesse alle relative pompe di benzina. Nelle varie circostanze il medesimo effettuava rifornimenti per piccoli importi di cui ritirava il relativo scontrino in maniera tale da giustificare la sua presenza nelle aree di rifornimento e quindi, abilmente, e tramite degli utensili, riusciva rapidamente a forzare la cassaforte dell’ impianto. In tutti i casi le azioni venivano comunque riprese dagli impianti di videosorveglianza ivi esistenti anche se lo stesso appariva sempre abilmente celato dissimulando l’ attività illecita con le operazioni di recupero degli scontrini. Vista la tipologia dei furti ed il medesimo modus operandi le indagini si concentravano su alcuni soggetti e quindi, successivamente, attraverso riscontri in banca dati, la disamina delle celle telefoniche e le sommarie informazioni di un unico testimone oculare che lo aveva incrociato in una occasione, sulla persona arrestata. La riprova definitiva della responsabilità a questo punto veniva ricercata nel particolare abbigliamento di quest’ultimo, per il quale gli uomini del Commissariato di Montevarchi, d’ intesa con la Squadra Mobile di Lucca che aveva trasmesso i fotogrammi delle immagini in occasione di un furto, davano esecuzione ai primi di novembre dello scorso anno ad una accurata perquisizione domiciliare nell’ abitazione del M. R. riuscendo a rinvenire praticamente tutti gli abiti compresi scarpe, occhiali da sole, copricapo ed addirittura scontrini di ricevuta. Tali fonti di prova inchiodavano il soggetto alle sue responsabilità tanto da permettere alla competente Autorità Giudiziaria di Lucca di emettere la misura cautelare suddetta.
Lo stesso M. R. al termine delle operazioni, una volta eseguito l’ arresto, veniva associato al carcere di Arezzo.