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La Polizia di Stato denuncia un truffatore

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Negli ultimi giorni del mese di ottobre u.s., al termine di una laboriosa attività di indagine gli uomini della Polizia di Stato in servizio presso la Sezione Anticrimine del Commissariato distaccato di pubblica sicurezza di Montevarchi, riuscivano ad identificare e a denunciare per il reato di truffa online un soggetto residente in Puglia, M. M. del 1978, verosimilmente spacciatosi per legale rappresentante di una Ditta operante nel settore delle telecomunicazioni. Le indagini erano partite da una denuncia di un cittadino montevarchino che aveva effettuato bonifici bancari diretti alla citata Ditta per l’ acquisto di un computer, poi mai consegnato, ed i cui venditori si erano resi di fatto irreperibili dopo aver incassato il bonifico. Gli uomini del commissariato hanno quindi iniziato una serie di verifiche incrociate delle notizie raccolte presso altri uffici di polizia coniugandole con le risultanze emerse in banca dati fino alla completa identificazione del responsabile, il quale è poi risultato essere pluri pregiudicato per reati analoghi e denunciato per lo stesso reato per ben 34 volte nel solo corrente anno.

 

Non è tuttavia questo il solo caso risolto dagli uomini della Polizia di Stato dello stesso Commissariato in quanto nel biennio 2017-2018 su 119 denunce querele ricevute per reati analoghi, i poliziotti sono riusciti in  43 casi ad individuare e denunciare i relativi responsabili all’Autorità giudiziaria nonostante la complessità della risalita investigativa dovuta alla scaltrezza dei malfattori, che di sovente hanno operato dall’estero o comunque avvalendosi di strumenti finanziari gestiti da società estere per le quali si è reso necessario ricorrere anche a  rogatorie internazionali.

Nella stragrande maggioranza dei casi le truffe hanno sempre riguardato falsi annunci di vendita sulle piattaforme e – bay, Subito.it o Bakeka.it, di oggetti quali autovetture, scooter, biciclette, cellulari ed in un caso addirittura  una stufa a pellet o ancora affitto di case vacanza (Tropea, nel Salento o presso la Costiera amalfitana), con la conseguenza che i truffatori, quasi sempre di nazionalità italiana e residenti nel territorio nazionale,  una volta incassato l’ anticipo o addirittura il pagamento intero del prezzo, si rendevano di fatto irreperibili tentando così di far perdere le loro tracce. Trattandosi comunque di pagamenti effettuati per lo più su posta-pay o su conti correnti intestati su carte ricaricabili, in virtù comunque della tracciabilità del denaro, gli uomini della sezione anticrimine del Commissariato di Montevarchi sono nei casi risolti riusciti a ricostruire i movimenti di denaro e, soprattutto i veri titolari a dispetto dei nomi posticci utilizzati per le truffe anche avvalendosi di numeri di cellulari intestati su sim acquistate per il tramite di documenti di identità poi rivelatisi falsi o contraffatti.

 

Arezzo 7 novembre 2018


07/11/2018

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