Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Mobile, all’esito di un’operazione volta al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, ha tratto in arresto in questa via Rosellini, nella flagranza del reato di detenzione ai fini spaccio, S.M. palestinese del 1973, dimorante ad Arezzo, conosciuto con numerosi alias, clandestino sul territorio nazionale, disoccupato, con pregiudizi per reati inerenti la disciplina dell’immigrazione, spaccio e furto. Il S.M., già noto per essere dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, dopo una breve attività info investigativa, supportata da appostamenti e riscontri nei contesti ambientali dei tossicodipendenti, che aveva portato i poliziotti Squadra Mobile a ritenere che l’uomo potesse detenere droga, è stato sottoposto ad una perquisizione personale e domiciliare presso la sua dimora. L’atto di polizia giudiziaria ha consentito di rinvenire nella stanza da letto, all’interno di un mobiletto, circa 370 grammi di hashish, suddivisi in 3 panetti, con impressa la dicitura V12 – a mo’ di marcatura - ed ulteriori 5 pezzi di sostanza tagliati per la pronta consegna agli acquirenti.
Al termine delle formalità di rito, il S.M. è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale in attesa del giudizio di convalida.
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Sempre nella giornata di ieri, l’Ufficio Immigrazione della Questura ha compiuto accertamenti nei confronti di due cittadini tunisini, J.Z. del 1984 e B.A. del 1993, rintracciati nei luoghi del centro ove maggiormente si concentrano venditori ed acquirenti di sostanze stupefacenti. Gli stessi, da poco entrati in Italia clandestinamente, già stavano sondando il terreno ed il “mercato” aretino per introdurvisi verosimilmente come nuovi “commercianti” tanto è che indosso ad uno dei due è stata rinvenuta modica sostanza da fumo per la quale era stato già denunciato dal personale della Volante. L’Ufficio Immigrazione, accertata la irregolarità della presenza in Italia dei due, ha avviato le procedure volte alla loro espulsione al termine delle quali uno è stato tradotto al CIE di Torino per il successivo materiale allontanamento dal nostro Paese mentre l’altro, incensurato, è stato munito di Ordine a lasciare il territorio nazionale.
Arezzo, 23 giugno 2016