05/09/2012
Ieri agenti della sezione Reati contro il Patrimonio della locale Squadra Mobile, hanno identificato e denunciato all'A.G. M.F., di anni 63, messinese, residente a Torino, per il reato p. e p. 640 continuato.
Le indagini hanno preso il via dalla denuncia di un'aostana che poco tempo fa, mentre transitava in questa via Parigi a bordo della propria autovettura (giunta all'altezza della rotonda antistante l'Istituto Agricole) notava un veicolo che si arrestava nella corsia parallela alla sua. La stessa, quindi, dopo aver parcheggiato, per agevolare la corsia di marcia, improvvisamente udiva un colpo provenire dalla parte destra del suo mezzo e nel contempo notava volare per aria un "qualcosa", riconducibile ad un pezzo di carta (che successivamente si appurava essere dei "lecca lecca chupa chups" scagliati contro i veicoli in movimento per simulare il finto urto) . Una volta fermatasi, la stessa veniva avvicinata da un individuo di sesso maschile, con un forte accento meridionale, che al momento dell'evento si trovava alla guida di un'autovettura di colore nero, modello citycar. A questo punto l'uomo l'accusava di averlo urtato con la parte destra della sua autovettura e pertanto di avergli danneggiato lo specchietto retrovisore sinistro, nel frangente le faceva quindi una richiesta di denaro da utilizzare per riparare il presunto danno. Richiesta assecondata dalla suddetta per il comportamento dell'uomo, ed particolare le sue parole, che la mettevano in un forte stato di agitazione.
Siffatto canovaccio è stato, poi, ripetuto in numerosi ulteriori episodi (almeno 5) dove puntualmente M.F., con vari raggiri ha tentato e in alcuni casi è riuscito a farsi consegnare somme di denaro quantificabili tra i 100 ed i 150 euro ad episodio.
Gli uomini della mobile, dopo laboriosi accertamenti (anche tecnici) sono riusciti a individuare la vettura in argomento le cui ricerche da parte delle pattuglie sul territorio hanno dato i loro frutti: gli uomini della sezione contro il patrimonio della Squadra Mobile sono riusciti infatti a sorprendere il soggetto in esame mentre era intento nell'ennesimo tentativo con un'ignara vittima.
L'uomo, che aveva già precedenti specifici e già fermato in altre circostanze dalle Forze dell'Ordine, una volta fermato ha anche confessato di essere abitudinariamente dedito alla c.d. "truffa dello specchietto".
Questo ed altri elementi (in particolare stesso "modus operandi") che facevano ricondurre la paternità di tutti gli episodi allo stesso soggetto, sono stati poi confermati tramite l'individuazione fotografica da parte delle vittime della truffa.