Questura di Ancona

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Prostituzione

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Operazione della Squadra Mobile dorica

La Polizia di Stato di Ancona ha concluso una operazione antiprostituzione in città ed in provincia, giungendo alla denuncia per il reato di favoreggiamento della prostituzione (previsto dalla legge Merlin del '58, che abolì le case chiuse e che punisce non già la prostituzione, di per sé lecita, ma chi la favorisce o la sfrutta) di ben 6 persone: 4 italiani e 2 straniere. L' indagine è durata alcuni mesi, è stata portata avanti dalla speciale Sezione "Criminalità straniera" della Squadra Mobile della Questura, di cui fanno parte anche alcune poliziotte che hanno fatto corsi specifici per gestire le prostitute, spesso sfruttate da organizzazioni senza scrupoli, per tentare di persuaderle a "cambiare vita". Il lavoro di queste poliziotte infatti non si ferma alla denuncia o l' arresto degli sfruttatori: esiste una rete di associazioni benefiche che aiutano le donne vittima di sfruttamento o peggio di tratta (il c.d. reato di smuggling), e che sono state costrette a prostituirsi una volta arrivate nel nostro paese con il miraggio di un lavoro onesto, ad uscire dalla spirale perversa e rifarsi una vita, con la possibilità, in caso di denuncia degli sfruttatori, di ottenere anche un permesso di soggiorno convertibile, alla fine del percorso di reinserimento sociale, in un permesso che consenta di risiedere regolarmente e di poter lavorare sul territorio nazionale. Stavolta a finire nella rete degli investigatori anconetani non è stata una organizzazione ben delineata ma alcune persone che, a vario titolo, traevano lucro dall' esercizio del "mestiere più antico del mondo" da parte di 4 giovani prostitute colombiane. Tutte munite di carta di soggiorno per cittadini dell' Unione Europea, in quanto divenute cittadine spagnole grazie alla corsia preferenziale per i cittadini extra U.E. provenienti dalle ex colonie iberiche, le 4 prostitute esercitavano in tre appartamenti dell' anconetano, ubicati a Senigallia, Castelferretti e Falconara, nonché in un appartamento di Trento. Le indagini erano partite dallo scorso autunno, su segnalazione di alcuni residenti di Senigallia che avevano denunciato il solito via vai sospetto in un normale condominio di una traversa del lungomare; i poliziotti si sono finti clienti ed hanno telefonato ad un numero cellulare, a cui rispondeva una dei 6 indagati, che con voce suadente rimandava ad un appartamento di Trento. Il poliziotto-finto cliente aveva sottolineato di chiamare da Ancona, e la donna gli aveva fornito l' indirizzo di Senigallia, dove il poliziotto era entrato e, una volta pattuito il prezzo della prestazione di 70 euro, si era qualificato e aveva fatto intervenire i colleghi appostati all' esterno: Due le prostitute trovate nel minuscolo appartamento, concepito per uso vacanziero ma convertito nel ben più remunerativo affitto alle prostitute. I poliziotti sono poi risaliti al sito internet che, in maniera più che esplicita, decantava le virtù amatorie e le specializzazioni sessuali delle prostitute: preliminari non protetti; sesso a tre; rapporti particolari etc., sottolineando di poter esaudire ogni più piccante richiesta. Lo spazio pubblicitario sul noto sito internet era utilizzato da una cittadina colombiana, una 37enne già nota ai poliziotti della Mobile, che era la intestataria dei contratti di affitto sia di Senigallia, che di altri 2 appartamenti, appunto quello di Castelferretti e quello di Falconara Marittima. Oltre a questi tre, aveva affittato con le stesse modalità un appartamento a Trento; difatti il poliziotto che aveva telefonato al numero pubblicizzato si internet, essendo originario del Nord Italia, aveva indotto in errore la donna , che pensava di stare parlando con un cliente trentino. La donna gestiva questa sorta di call center del sesso, aiutata da una connazionale 35enne, anche lei conosciuta dai poliziotti per essere stata controllata in passato a prostituirsi, e che evidentemente aveva deciso di fare il salto di qualità gestendo prostitute più giovani; tra l' altro, 3 delle 4 prostitute hanno dichiarato ai poliziotti di essersi prostituite a Treno prima di venire nelle Marche, avvalorando ancora di più l' ipotesi investigativa. Oltre alle 2 maitresse colombiane, è stato denunciato il webmaster del sito internet, un 41enne umbro, nonché la coppia di senigalliesi proprietaria dell' appartamento di Senigallia, due pensionati già denunciati per analogo motivo 2 anni fa e che rischiano, se reiterano ancora tale condotta, il sequestro dell' immobile: tra l' altro, il contrato di affitto non era registrato, ed i condomini si erano già lamentati con loro, infruttuosamente, priva di rivolgersi alla Polizia. Da ultimo, è stato denunciato anche un 45enne di Falconara, proprietario dei due appartamenti di Castelferretti e Falconara, che ai poliziotti ha invece seraficamente dichiarato di non sapere delle prostitute, di non avere avuto segnalazioni del genere, e che comunque la colombiana con cui aveva stipulato i contratti gli sembrava per bene e gli aveva dichiarato di lavorare per un' agenzia turistica di Ancona.
19/08/2015

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