LA SQUADRA MOBILE DI ANCONA FERMA LE VIOLENZE CONTRO UNA DONNA DI ORIGINI MEDIORIENTALI
La Polizia di Stato di Ancona ha concluso una indagine verso un nucleo familiare di cittadini mediorientali, residenti in centro già da qualche anno, per una vicenda di maltrattamenti e di degrado familiare.
Dopo anni di vessazioni, botte e minacce anche di farla a pezzi, minacce proferite anche contro i di lei genitori rimasti nel paese di origine, alla donna 35enne all’ ennesimo accesso al Pronto soccorso a causa delle botte rimediate dal marito e dal suocero viene consigliata di rivolgersi in Questura.
Qui viene sentita dalle poliziotte della Squadra Mobile che si occupano dei reati contro la persona, che tra le lacrime le fanno verbalizzare una choccante vicenda familiare fatta di degrado morale e disprezzo verso l’ universo femminile.
La donna fin dal suo arrivo in Italia, 8 anni fa, viene costantemente maltrattata perché ritenuta sciatta e incapace di accudire i figli; le viene impedito di andare a seguire corsi di italiano per impratichirsi con la lingua, ed anzi seguita dal marito e dal suocero perchè accusata di tradimenti inesistenti; sovente le viene strappato di mano il cellulare per essere controllato. In diversi casi sia il suocero che il marito la prendono a pugni, minacciandola di farla a pezzi e di spedirli ai suoi parenti rimasti in patria.
Le botte vengono elargite anche alla presenza dei figli, costretti a guardare, e per cui il marito si compiace perché ritenuto un comportamento educativo.
La Squadra Mobile avvia le indagini, riscontra gli accessi al pronto soccorso della donna, sente testimoni che confermano quanto dichiarato in denuncia e, al termine della raccolta dei minuziosi riscontri probatori denunciano i due, entrambi operai, il marito 36enne e il suocero 57enne per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, in concorso. Il marito inoltre anche per il reato di sottrazione di minori, visto che quando aveva saputo della volontà della donna di denunciare tutto alla Polizia li aveva portati dal padre e le aveva impedito di vederli, inscenando peraltro false accuse di volerli a sua volta portare in patria e di far loro del male.
Era arrivato a denunciare falsamente questa ultima inventata circostanza alla Polizia, tanto che il Pm titolare del fascicolo gli ha contestato anche il reato di calunnia.
Il PM ha emesso il provvedimento di avviso conclusione indagini e di informazione di garanzia, propedeutico al rinvio a giudizio, che la Squadra Mobile ha loro notificato nei giorni scorsi.
Da sottolineare che, appena avviate le indagini, sia la donna che i minori, grazie alla rete antiviolenza ed alla perfetta sinergia con la Procura della Repubblica ed il Tribunale per i Minorenni, sono stati messi in sicurezza in luoghi sconosciuti ai due maltrattanti, per evitare ritorsioni in loro danno.