LA SQUADRA MOBILE DI ANCONA DA' ESECUZIONE A DUE ORDINANZE CAUTELARI RESTRITTIVE CONTRO UNA DONNA ACCUSATA DI MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA E VERSO I FANCIULLI
La Polizia di Stato di Ancona ha concluso una delicata indagine su un caso di maltrattamenti in famiglia e verso fanciulli, messo in atto da una donna anconetana 38enne nei confronti sia del marito che della figlia di appena 20 mesi, eseguendo nei suoi confronti due coincidenti ordinanze cautelari restrittive emesse dall’Autorità Giudiziaria.
Le due ordinanze, la prima adottata dal giudice penale a tutela di entrambe le parti offese e la seconda specificamente destinata alla tutela del superiore interesse della bambina, sono state adottate in appena una decina di giorni dal deposito della comunicazione di reato della Squadra Mobile, ordinando alla Polizia di eseguire l’ allontanamento dalla casa familiare della donna ed il contestuale divieto di avvicinamento al marito ed alla figlia; il Tribunale per i Minori ha anche sospeso la donna dalla c.d. responsabilità genitoriale ed ordinato che il diritto di visita alla bambina sia eseguito in modalità protetta, ovvero con il necessario controllo dei servizi sociali. La donna, indagata dalla Sezione specializzata della Squadra Mobile nei reati contro la persona, è accusata del reato di maltrattamenti in famiglia aggravato e continuato; le indagini, partite da una denuncia del marito e riscontrate da copioso materiale probatorio, tra cui filmati e testimonianze di persone vicine alla famiglia e di medici, avrebbero riscontrato che la donna si è resa responsabile di reiterate persecuzioni psicologiche e/o fisiche in danno sia del marito che della bambina.
La donna, benché il marito avesse tentato, prima di denunciare in Questura la sua dolorosa situazione familiare, la via di un percorso psicologico, era solita vessare psicologicamente ed aggredire, sia verbalmente che anche fisicamente, l’ uomo; in alcuni casi la sua incontenibile aggressività si era riversata anche sulla bimba, sovente strattonata senza motivo e in maniera pericolosa, e che almeno in una occasione presentava lividi alle gambe dovuti a percosse. I poliziotti l’ hanno prelevata da casa in tranquillità, quando la bimba era già stata accompagnata all’ asilo; in Questura le hanno notificato i provvedimenti dei giudici e di poi accompagnata a casa per prelevare effetti personali.
La donna tra le lacrime è stata poi raggiunta dagli anziani genitori, che l’ hanno condotta a casa propria, in un comune in provincia, dove la ospiteranno per le prossime settimane. In caso di violazione al divieto di avvicinarsi al marito ed alla bambina senza preventiva autorizzazione e controllo, rischia l’ arresto.
Questo è uno dei pochi casi di maltrattamenti in famiglia al femminile; solitamente, essendo un reato di indole violenta, gli autori che vengono indagati dalla Polizia sono uomini. La Sezione della Squadra Mobile che si occupa di questi spinosi casi ha aumentato il lavoro negli ultimi tempi, tanto che rispetto al 2015 gli indagati per maltrattamenti e/o atti persecutori sono più che raddoppiati, passando da 23 (per tutto il 2015) a 51 (dal 1 gennaio al 10 novembre 2016).
Anche le misure cautelari restrittive sono in aumento, con 27 provvedimenti tra arresti in custodia cautelare, allontanamenti dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla parte offesa. Questo non tanto perché i reati di genere sono in aumento, ma soprattutto perché le vittime di questi odiosi reati sono più disposte di un tempo a sporgere denuncia, grazie alla sinergica e virtuosa rete costituita da magistratura, polizia, servizi sociali e onlus.