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FINE DI UN INCUBO PER TANTI BAMBINI DI UNA SCUOLA MATERNA DI FABRIANO

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SCUOLA MATERNA

GLI AGENTI DEL COMMISSARIATO DI FABRIANO ESEGUONO LA MISURA CAUTELARE DELLA SOSPENSIONE DALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE UN'INSEGNANTE CHE MALTRATTAVA I SUOI ALUNNI DELLA SCUOLA MATERNA

Gli Agenti del Commissariato di Fabriano hanno eseguito la misura cautelare della sospensione dall’esercizio della professione, emesso dal GIP del Tribunale di Ancona, nei confronti di una maestra di una scuola materna di Fabriano per maltrattamenti nei confronti dei piccoli a lei affidati.

La complessa e delicata indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona nella persona del sostituto Procuratore dr. Ruggiero DICUONZO, nasce dalle confidenze e perplessità di una mamma di un alunno frequentante l’istituto che aveva notato un cambiamento nel comportamento del proprio bimbo che faceva qualche capriccio per recarsi a scuola.

La donna aveva confidato le proprie perplessità ai poliziotti del Commissariato di Fabriano i quali avevano consigliato alla mamma di osservare ed annotare i comportamenti del figlio.

La donna seguendo i consigli della Polizia aveva notato dei cambiamenti nelle modalità di gioco ed in particolare, il bimbo durante dei risvegli notturni apostrofava il proprio peluche con espressioni del tipo: “non lo fare più! Hai capito? Non te lo dico più! In castigo subito! Vai a riflettere seduto lì!  E basta!”.

La polizia su disposizione del Pubblico Ministero iniziava a sentire anche altri genitori e si comprendeva come dei cambiamenti fossero avvenuti anche in altri bimbi che di notte si svegliavano urlando.

In particolari i bambini riferivano ai genitori che la maestra li chiamava con le parole di: “Imbecille”, “stronzo”,” perdente”, “disgraziato”, “topolino che fa la cacca”;

Da qui l’inizio di una intensa e delicata attività investigativa con l’utilizzo di attività tecniche che metteva in luce il comportamento vessatorio della maestra nei confronti dei piccoli alunni.

Tale intolleranza si manifestava con l’uso di violenza fisica e psicologica in modo da infliggere penosissime condizioni di vita scolastica ai bambini e determinando un'alterazione nel loro equilibrio e nella serenità di crescita.

Strattonamenti, schiaffi, colpi vari, rimproveri aspri, derisione per i loro comportamenti, mortificazioni ed offese verbali.

I bambini, considerati cattivi, con urla e spintoni venivano costretti a sedersi causando loro disperazione e pianti a dirotto, in un punto prestabilito della stanza.

Venivano anche minacciati di gravi ritorsioni nel caso in cui avessero rilevato ai genitori le offese e le botte ricevute ed accusati con disprezzo di “mammite”.

Un incubo che, grazie alla umanità e professionalità, del Pubblico Ministero e della Polizia del Commissariato di Fabriano ha avuto finalmente fine.


25/10/2016

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