I primi di gennaio 2019, una suora di un istituto religioso della zona, si rivolgeva alla Polizia denunciando di aver subito una truffa.
In particolare la Madre Superiora dell’istituto religioso dorico, riceveva una chiamata da parte di un individuo, che si qualificava con nome e cognome, facente parte di una nota parrocchia di Roma.
Nella circostanza, poiché la Madre Superiora era in partenza per Roma, informava l’interlocutore di non potersi trattenere oltre e passava il telefono ad un’altra suora dell’Istituto, che rimaneva vittima di una truffa.
A quel punto il presunto sacerdote, dopo averle confermato le credenziali già fornite alla Superiora, le chiedeva di partecipare all’opera di assistenza materiale di un ospite della Comunità romana che aveva trovato lavoro come cameriere presso un ristorante nelle vicinanze del porto di Ancona e che al momento era sprovvisto di una dimora per se e per la sua famiglia a causa della mancanza di denaro.
Allo scopo chiedeva alla suora interlocutrice di aiutare il giovane cameriere di ventiquattro anni, sposato e genitore di due bambini, offrendo la somma di 400,00 euro per pagare la caparra per la locazione di una mansarda sita ad Ancona, impegnandosi a riconsegnare la cifra, alla Madre Priora nel corso del suo soggiorno a Roma presso la casa generalizia, dove egli l’avrebbe certamente raggiuta per restituirle il prestito e per salutarla e ringraziarla personalmente dell’aiuto fornito.
L’interlocutore comunicava alla suora l’utenza telefonica di un “geometra” di una certa ditta, del quale veniva fornito un nome e cognome, pregandola di contattarlo per raggiungerla presso l’istituto e ritirare i soldi.
La denunciante, fidatasi della bontà della segnalazione e della richiesta di aiuto a lei rivolta dal falso “sacerdote”, aderiva e poche ore dopo riceveva presso l’istituto religioso di Ancona il sedicente geometra, dell’età di 50/55 anni al quale consegnava la somma di euro 400,00 in contanti, certa che il prelato, come da accordi, l’avrebbe restituita a Roma nelle mani della Madre Superiora.
Contestualmente alla dazione del denaro, la suora vittima dell’inganno redigeva una ricevuta su carta intestata dell’istituto religioso di attestazione del pagamento, indirizzata alla fantasmagorica ditta indicata con cui si dichiarava di aver consegnato al “geometra” (nome e cognome falsi) la somma indicata per la ragione suddetta, che veniva sottoscritta anche dal truffatore.
Di seguito il finto geometra si allontanava dall’istituto dopo aver intascato i soldi. Nel pomeriggio dello stesso giorno giungeva presso l’Istituto ecclesiastico un’altra chiamata da parte del finto padre che chiedeva il contributo di ulteriori 400 euro per aiutare a pagare, oltre alla caparra della mansarda, anche l’anticipo della rata mensile dell’inesistente padre di famiglia.
Anche in questo caso il finto prelato interlocutore ribadiva che avrebbe rifuso l’intero importo di ottocento euro in contanti nelle mani della Madre Superiora non appena incontrata a Roma.
Nella serata dello stesso giorno giungeva per la seconda volta presso la sede religiosa lo stesso soggetto millantatosi per il geometra (nome e cognome falsi), al quale la suora consegnava l’ulteriore somma di 400,00 euro. Anche in questo caso attestava la consegna dei soldi con scrittura in stampatello manoscritta in calce alla precedente dichiarazione di pagamento.
L’indomani l’ingenua suora chiamava l’utenza fornita dal finto parroco per sapere se aveva provveduto alla restituzione dell’importo di cui sopra. Costui le rispondeva che aveva appena terminato di celebrare messa ma che avrebbe raggiunto la consorella presso la sede la Nostra Casa Generalizia per restituire quanto prima gli ottocento euro ma di li a poco la vittima appurava dalla Madre Superiore in Roma di non essere stata contattata da nessuno ne, tanto meno, di non aver ricevuto nessuna somma di denaro da nessun parroco. Invano i tentativi di contattare il finto prete che, nel frattempo, aveva scollegato il telefono, unico mezzo di contatto che aveva utilizzato per perpetrare l’ignobile truffa.
L’attività investigativa della Squadra Mobile di Ancona permetteva agli investigatori dorici di individuare il finto prete. S.C., pluripregiudicato catanese di 43 anni che, dopo 10 giorni dal misfatto, fermato in p.zza U bassi, veniva tratto in arresto dalle Volanti della questura di Ancona in esecuzione di un provvedimento penale per un’altra truffa aggravata che lo sottoponeva alla pena di anni 5, mesi 3 e giorni 10 di reclusione motivo per cui il finto prete veniva associato presso il Carcere a Montacuto.