Denunciata casalese di 37 anni per truffa aggravata
La Polizia di Stato di Casale Monferrato (AL) ha denunciato una casalese di 37 anni, coniugata, perché responsabile del reato di truffa aggravata commessa ai danni di un 33enne residente nel Triveneto.
Qualche giorno prima della denuncia, l'uomo aveva chiamato il 113 chiedendo aiuto alla Polizia perché la donna gli aveva manifestato l'intenzione di suicidarsi.
I due si erano conosciuti virtualmente sul social network "Facebook" e avevano approfondito il rapporto sia utilizzando la chat di incontri denominata "IMVU", che sostituisce con "avatar" le effigie delle persone reali, sia il sistema di comunicazione "Skype".L'uomo ha riferito ai poliziotti che nel corso del loro "rapporto", la donna gli aveva confidato di avere problemi economici, dovuti al fatto che a causa di un infortunio al ginocchio non aveva potuto più svolgere l'attività di insegnante di danza.
Per questo motivo gli aveva anche chiesto in più di un'occasione di prestarle del denaro per acquistare medicine e generi di prima necessità, con la promessa di restituirglielo quanto prima. L'uomo, pertanto, aveva eseguito versamenti di denaro di circa 900 euro versati in diverse soluzioni mediante ricarica della tessera "postepay" della donna.Gli uomini del Commissariato hanno immediatamente cercato di contattare telefonicamente la donna, anche al fine di verificare la fondatezza di quanto segnalato, ma la stessa risultava irraggiungibile.
Contestualmente gli stessi hanno accertato che su "Facebook" era effettivamente esistente il profilo riferito alla donna che conteneva numerose foto di un'avvenente ragazza.
In poco tempo i poliziotti sono riusciti ad identificarla e si sono recati presso la sua abitazione.La donna, purtroppo per il malcapitato, aveva connotati fisici completamente diversi da quelli del profilo "Facebook" e in quel momento era ancora connessa in rete con l'uomo che, allarmato per la sua sorte aveva sollecitato l'intervento dei poliziotti.
Questi ultimi, approfittando del contatto aperto, lo hanno immediatamente rassicurato circa la vicenda.
La donna ha confessato ai poliziotti di aver utilizzato impropriamente le foto vere di un'altra ragazza e che si trovava realmente in periodo di ristrettezze economiche poiché sia lei che il marito erano senza lavoro. Utilizzando l'espediente di fingersi una donna avvenente, aveva conosciuto in rete più di qualche uomo che, illudendosi di poterla poi conoscere anche "in senso biblico", aveva effettuato versamenti di denaro, come da lei richiesti, su carte postepay prepagate. Circa l'ultima situazione, l'escamotage di minacciare di uccidersi era stato usato con lo scopo di ottenere più denaro del solito e più in fretta.Al termine della vicenda l'uomo truffato ha chiesto ai poliziotti di vedere la foto reale della persona che, comunque, lo aveva fatto virtualmente innamorare.
I poliziotti, però, per evitare che a sua volta si trasformasse in un "potenziale suicida" hanno preferito non fargli vedere l'unica immagine reale della donna, cioè quella della foto segnaletica.