Ha chiamato il 113 lui stesso manifestando la volontà di compiere gesti anticonservativi ma gli operatori della Squadra volanti lo fermano prima che avvenga l'irreparabile
Durante la scorsa serata è pervenuta al 113 una richiesta di aiuto da parte di un uomo che dichiarava di trovarsi per strada, nei pressi di via Mazzini, in stato di totale smarrimento emotivo.
L’operatore 113, preoccupato dal tono di voce del richiedente, ha inviato una volante sul luogo, restando, nel frattempo, in contatto con l’uomo per cercare di tenerlo impegnato nella conversazione al fine di comprendere meglio le ragioni del suo malessere e le sue intenzioni, in modo da fornire dettagli utili ai colleghi in strada.
Una volta giunti sul posto, gli operatori notavano un giovane, seduto sulla panchina all’altezza di piazza della Gambarina, che urlando ad alta voce frasi sconnesse, senza alcun significato, tratteneva nella mano destra degli oggetti metallici, successivamente riconosciuti in parti di lamette da barba, e iniziava lesionarsi l’avambraccio sinistro, provocandosi delle ferite.
Prontamente gli operatori, si gettavano verso l’individuo, e con molta difficoltà gli afferravano le braccia, facendo cadere a terra le lame che stringeva con forza nelle mani, impedendogli così di portare a termine i suoi chiari intenti anticonservativi.
L’uomo veniva immobilizzato per tamponare le ferite che si era auto inferto e successivamente portato alla calma, nonostante si trovasse in una forte fase di sfogo dovuta al suo stato depressivo, come successivamente riscontrato dal Medico del 118.
In loco il giovane veniva identificato a mezzo C.I. rilasciata dal Comune di Pavia, per R. D. classe 1983, ivi residente. Dagli accertamenti sono emersi dei precedenti di polizia a suo carico per i reati di lesioni e percosse e lo stesso riferiva di aver più volte tentato il suicidio, in diverse modalità, lanciandosi dai ponti, con atti di autolesionismo, ma in ogni caso l’intervento delle forze dell’ordine ha scongiurato il peggio.
Il giovane, spiegava, inoltre, che nonostante fosse stato seguito da vari Assistenti Sociali e Psichiatrici della zona di Pavia, aveva deciso di farla finita per la mancanza di affetti familiari. Preso atto della situazione, e dello stato psicologico in cui versava il giovane, i Sanitari procedevano al trattenimento del giovane presso il Reparto Psichiatrico, per le cure del caso.