una cittadina di nazionalità Ucraina è stata tratta in arresto dagli Agenti della Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Ovada perché in possesso di documenti d’identificazione validi per l’espatrio falsificati
Nella scorsa settimana una donna è stata sottoposta a controlli sull’A/26 dei trafori ad opera degli agenti della Polizia Stradale alessandrina mentre dall’hinterland milanese intendeva raggiungere la riviera ligure.
Sono stati i lineamenti troppo orientali ad ingenerare negli attenti operatori della stradale di Ovada dubbi su quel documento che risultava emesso dalle Autorità rumene e riportava foto e nome della giovane.
Dopo il controllo gli Agenti hanno lasciato transitare la donna ma allo stesso tempo hanno dato inizio ad una serie di verifiche ed accertamenti grazie anche alla collaborazione degli uffici di Cooperazione che curano i rapporti con le Forze di Polizia dei paesi dell’Unione Europea.
E’ stato così possibile accertare che P.O. classe 1981, capelli biondi ed occhi verdi, con la sua carta d’identità rumena era sconosciuta in quello Stato. Pertanto si è potuto constatare che il documento favorito agli agenti era stato falsamente prodotto con le generalità della donna.
Sono stati necessari 4 giorni per individuare il luogo in cui P.O. di fatto fosse residente; è stata raggiunta nelle prime ore di una mattina dagli Agenti della Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Ovada in un paese della provincia di Milano e, in applicazione delle recenti norme sul terrorismo, P.O. cittadina Ucraina è stata tratta in arresto perché in possesso di documenti d’identificazione validi per l’espatrio falsificati.
Il documento era stato ottenuto dalla donna al fine di poter transitare dal proprio paese (l’Ucraina appunto!) all’interno dell’area dei paesi “Schengen” e raggiungere una folta comunità ucraina presente nell’area della provincia meneghina.
La donna, sottoposta ai rilievi segnaletici presso la Polizia Scientifica, è risultata identificata con le stesse generalità con cui era stato prodotto il documento falso.
Durante le fasi successive il rintraccio la donna ha negato sino all’ultimo l’irregolarità del documento, per poi crollare, innanzi alle manette.
La stessa ha confermato di aver acquistato quel documento allo scopo di arrivare in Italia con l’intento di sfuggire ai controlli richiesti alle frontiere per i cittadini appartenenti a paesi extra UE.
Al termine degli accertamenti, P.O. cittadina ucraina è stata condotta innanzi al Giudice del Tribunale di Milano che, dopo aver convalidato l’arresto ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di firma quotidiano.
La Polizia Stradale ha potuto inoltre accertare che P.O. ha goduto di tutta una serie di agevolazioni fiscali presso l’ASL di competenza, (effettuando tutta una serie di visite anche specialistiche) esibendo il documento attestante la sua cittadinanza rumena, grazie alla dichiarata appartenenza a paese dell’Unione Europea.
Sono in corso ancora ulteriori indagini.