Nell’ambito delle iniziative per Agrigento Capitale della Cultura 2025, anche una mostra che racconterà la storia del sito alle pendici della Rupe Atenea
Agrigento, 20 novembre 2024 - E’ stato siglato oggi l’accordo per il “Progetto Rupe Atenea” che consentirà la valorizzazione e l’apertura al pubblico dell’area archeologica all’interno della caserma di Polizia Domenico Anghelone di Agrigento. L’accordo tra l’Agenzia del Demanio, la Questura di Agrigento e il Parco Archeologico della Valle dei Templi consentirà la realizzazione di un progetto di fruizione dell’area e l’allestimento di una mostra che racconterà la storia del sito alle pendici della Rupe Atenea.
L’intesa istituzionale è stata sottoscritta dal Questore di Agrigento, Dott. Tommaso Palumbo, dall’Architetto Roberto Sciarratta, Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi della Regione Siciliana – Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana e dall’Architetto Silvano Arcamone, Direttore della Direzione Regionale Sicilia dell’Agenzia del Demanio.
Nell’ambito delle iniziative dedicate ad ‘Agrigento Capitale della Cultura Italiana 2025’, l’accordo prevede lo studio, la valorizzazione e la fruizione pubblica del sito dove, negli anni ’50 del XX secolo, venne alla luce un’area archeologica di circa 2.200 mq, un tesoro nascosto che testimonia la ricchezza storica dell’antica Akragas, e mira a restituire alla comunità una parte del ricco patrimonio archeologico di Agrigento.
Grazie al Progetto Rupe Atenea verrà organizzata una mostra dal titolo “Segreta Agrigento. Radici d’Antico”, l’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna curerà uno studio dedicato al sito e saranno avviati interventi per incrementare la fruizione pubblica dell’area con visite guidate e laboratori per le scuole e i cittadini, offrendo un’occasione unica per avvicinarsi alla storia millenaria della città.
Tra i ritrovamenti più rilevanti avvenuti nell’area spicca un sacello arcaico, antica struttura sacra, che potrebbe aver custodito la celebre statua dell'Efebo, oggi esposta presso il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo. Altri elementi di grande interesse sono una struttura di epoca ellenistica, identificata come laboratorio per la produzione di collirio e la traccia dell’antica urbanistica di Agrigento, tra cui i resti di una strada orientata nord-sud e un complesso sistema di drenaggio, esempio della straordinaria ingegneria degli antichi abitanti.