Sottoscritto il protocollo d'intesa "Elios" tra la Questura di Agrigento e la Cooperativa Sociale "Nuova Generazione" in favore di uomini maltrattanti
Questa mattina, presso la sala San Michele della Questura di Agrigento è stato siglato il protocollo di intesa, denominato "Protocollo Elios" tra la Questura, nella persona del Questore Tommaso Palumbo e la cooperativa sociale “Nuova Generazione” rappresentata dal presidente dott.ssa Laura Maria Rotolo e dalla coordinatrice del Centro Uomini Autori di violenza, d.ssa Anna Amoroso.
Le azioni previste dal protocollo nascono dall'istituto dell'ammonimento del Questore, previsto dalla Legge rispetto alla violenza domestica e allo stalking. L’l'ammonimento è uno strumento importante, che rappresenta un primo “avvertimento” rivolto ai soggetti maltrattanti e che evidenzia il disvalore sociale e, successivamente, penale della loro condotta. L'ammonimento del Questore punta, infatti, a bloccare le recidive degli episodi di violenza di genere, prima che questi diventino un crimine prevalentemente rilevante, intervenendo direttamente sul maltrattante, attraverso il suo inserimento in percorsi di recupero, rieducazione e, quindi, di riabilitazione. E’, pertanto, uno strumento di vera prevenzione. I percorsi messi in atto da centri specializzati mirano ad un cambiamento profondo dei soggetti maltrattanti, allo scopo finale di ottenere un calo significativo delle recidive e, allo stesso tempo, una possibilità di recupero del maltrattante.
Obiettivo principale delle Istituzioni coinvolte è, quindi, quello di anticipare la soglia di prevenzione e protezione dal citato fenomeno, intercettando i comportamenti che integrano i cosiddetti reati “sentinella”, per impedire che i medesimi vengano portati a più gravi conseguenze. Con il protocollo Elios, quindi, oltre all’azione inibitoria rispetto alla reiterazione di determinati comportamenti, per i quali viene adottato l’Ammonimento del Questore, si aggiunge un ulteriore strumento, che prevede, per l’autore delle condotte censurate, di intraprendere, facoltativamente, un percorso di “rieducazione”, con il sostegno di un’equipe specializzata che lo potrà aiutare a prendere consapevolezza del disvalore sociale e della lesività degli atteggiamenti prevaricatori, riducendo così il rischio di recidiva.
In sintesi, una collaborazione sinergica per favorire la “presa in carico” della persona ammonita e la verifica degli esiti delle attività poste in essere, nella consapevolezza che gli interventi preventivi rivolti all’autore delle violenze non possono che rafforzare la tutela ed il sostegno delle vittime di violenza.