Nella giornata mercoledì 24 ottobre 2018, alle ore 13:00 circa, in Licata (Ag), presso un capannone adibito ad officina da fabbro, la Polizia di Stato procedeva all’arresto di TILOCCA Antonino, nato a Licata ed ivi residente, coniugato, fabbro, incensurato, ritenuto responsabile di coltivazione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo Cannabis (marijuana).
In particolare si rileva che nel corso di attività predisposta di Polizia Giudiziaria mirata alla prevenzione e repressione di reati in materia di sostanze stupefacenti, personale dipendente acquisiva specifica notizia che il TILOCCA Antonino, noto fabbro di questo centro, era dedito, presso il luogo ove questi esercitava la propria attività lavorativa, alla coltivazione e allo spaccio di sostanze illecite, quindi personale operante ivi si recava al fine di verificarne l’assunto.
Sul posto, avuta la presenza del Tilocca, si procedeva alla perquisizione domiciliare dei luoghi d’interesse investigativo che portava al ritrovamento di 11 piante di cannabis (marijuana).
All’interno dei locali di circa 400 mq, di proprietà e nella disponibilità del predetto, era presente una serra di circa 200 mq all’interno della quale erano presenti circa 150 contenitori pieni di terriccio, di cui 104 con ancora il fusto reciso alla base della pianta di cannabis e fili di nylon verosibilmente utilizzati per l’essiccazione delle piante stesse come da evidenti tracce rappresentate da foglie della cannabis sparse al suo interno, nonché un piccolo contenitore di tipo edilizio contenente una piccola quantità di fiori e foglie di cannabis.
All’interno di un ripostiglio erano occultate 32 piante di marijuana messe in essiccazione su fili in nylon dello stesso tipo ritrovato nella serra ed un notevole quantitativo di fiori e foglie di cannabis.
La sostanza stupefacente ritrovata, nel suo complesso raggiungeva un peso di 8 kg.
Il TILOCCA Antonino veniva tratto in arresto nella flagranza del reato di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e veniva associato alla Casa Circondariale di Agrigento.