Giovedì mattina 12 novembre a Milano, la Polizia di Stato ha sequestrato circa 50 grammi di hashish in piccole dosi pronte per la vendita al minuto, due pipe da crack, materiale per il confezionamento della droga e ha segnalato per uso di sostanze stupefacenti una cittadina italiana di 37 anni.
Gli agenti del Commissariato Greco Turro, nel corso del controllo del territorio finalizzato al contrasto dello spaccio di droga, hanno individuato un appartamento in Viale Sarca quale probabile nascondiglio di sostanze stupefacenti e di spaccio al minuto. Dopo aver compiuto vari servizi di appostamenti e osservazioni, ieri mattina gli investigatori hanno fermato nei pressi dello stabile una donna di 37 anni che occupa l'appartamento in questione e che ha subito dichiarato ai poliziotti di detenere solo delle "cannette". La donna ha consegnato una dose di hashish ai poliziotti che, con l'ausilio dell'Unità Cinofila dell'Ufficio Prevenzione Generale della Questura, all'interno dell'appartamento, in un cassetto della cucina, hanno rinvenuto 320 euro "contaminati" da sostanza stupefacente.
Gli agenti hanno poi effettuato un controllo all'interno delle cantine aperte e non assegnate dello stabile dove, sempre grazie al fiuto dei cani poliziotto Radaus e Kimon, hanno rinvenuto, in alcuni copertoni di auto depositati in una cantina, una busta in plastica cosparsa di chicchi di caffè con dentro 48 dosi di hashish dal peso complessivo di circa 50 grammi, delle bustine trasparenti in cellophane e due pipe ad acqua. In una seconda cantina, invece, i poliziotti del Commissariato Greco Turro hanno rinvenuto una borsa per il trasporto da alimenti con dentro due pipe da crack con del liquido. Tutto il materiale rinvenuto nelle cantine è stato sequestrato e la donna è stata segnalata in Prefettura per l'uso di sostanze stupefacenti.
Nell'ambito di un'indagine relativa al fenomeno delle occupazioni abusive delle case gestite da A.L.E.R. nella zona sud di Milano, sempre giovedì 12 novembre scorso in mattinata, i poliziotti della DIGOS della Questura di Milano, con la collaborazione del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno eseguito 3 perquisizioni domiciliari e personali a seguito delle quali sono stati sequestrati 5 telefoni cellulari e indagate 4 persone per concorso nel reato di concussione e reati in materia di immigrazione.
L'attività di indagine è nata dalla segnalazione di tre donne che, a febbraio 2020, hanno riferito alla Polizia di aver avuto a che fare con un uomo italiano, di mezza età, dipendente dell'ALER, che, in cambio di favori sessuali e monetari, avrebbe loro promesso un appartamento libero da poter occupare immediatamente. L'attività investigativa svolta dai poliziotti della DIGOS milanese per identificare il dipendente dell'azienda lombarda, corroborata anche da intercettazioni telefoniche, porta a disegnare un quadro differente: una delle tre donne, infatti, una cittadina marocchina di 32 anni con precedenti penali e irregolare sul territorio nazionale, risulta essere, più che vittima e testimone di illeciti non riscontrati con fonti di prova, la gestrice di una rete di contatti e attività penalmente rilevanti nella zona di via Voltri e limitrofe. È lei in grado di indicare appartamenti sfitti a connazionali, e non solo, bisognosi di un alloggio ed è in grado di far "sfondare" la porta e di procurare chi sia in grado di creare un allacciamento abusivo di luce e gas.
Un punto di appoggio per la cittadina marocchina è risultato essere un 33enne italiano pluripregiudicato che, nella stessa zona, mette a disposizione le sue abilità "tecniche" per aprire le porte e allacciare luce e gas agli occupanti sistemati dalla donna. Il cittadino italiano di 64 anni, incensurato, che all'inizio delle indagini lavorava presso l'ALER e che ora si trova in pensione, non si è distinto per potenzialità delinquenziale ed è oggetto di indagini per quanto raccontato su di lui dalle tre donne. Le perquisizioni effettuate dalla Polizia di Stato a carico di queste tre persone hanno dato riscontro positivo. Sono stati sequestrati i telefoni cellulari attraverso i quali si organizzavano le occupazioni abusive negli alloggi e, a conferma della posizione della cittadina marocchina, in casa della donna è stato trovato un suo connazionale di 26 anni che si sarebbe messo in contatto con lei perché la stessa potesse trovargli una sistemazione e che, nel frattempo, dimora presso di lei pagandole un "subaffitto" in nero.
Quest'ultimo, estraneo ai fatti, è stato indagato in quanto non in regola sul territorio nazionale e messo a disposizione dell'Ufficio Immigrazione della Questura per le procedure di espulsione.