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LA POLIZIA DI STATO PONE FINE ALL’ENNESIMO CASO DI VIOLENZA DI GENERE

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Nel pomeriggio di mercoledì scorso, la Squadra Mobile della Questura di Vercelli ha arrestato un trentaseinne vercellese per il reato di  maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

L’arresto trae origine da un episiodio di violenza avvenuto in strada nel quale un uomo ha sferrato un violentissimo pugno ad una donna, facendola cadere a terra e perdere i sensi, per poi prenderla a calci mentre era inerme. A tale scena ha assistito una cittadina che si trovava sul proprio balcone di casa e che è rimasta sotto shock a causa dell’inaudita violenza.

L’intervento della Squadra Mobile è stato tempestivo grazie alla prontezza dei medici del Pronto Soccorso e del personale del Posto di Polizia Ospedaliero che, unitamente all’operatrice dell’Ufficio Minori della Questura di Vercelli, era intervenuto immediatamente presso il locale nosocomio. L’aggressore, infatti, dopo aver colpito la vittima l’aveva trasportata di peso in ospedale e si era anche lui sottoposto a visita per alcuni graffi sul collo.

Inizialmente, l’uomo ha sostenuto che si trattasse di un colpo accidentale e che, anzi, sarebbe stata la donna ad aggredirlo, a causa di un suo gesto di reazione e della consequenziale caduta a terra, e a procurarsi le vistose lesioni.

Gli operatori della Squadra Mobile, intervenuti sul posto, hanno però ricostruito una dinamica completamente diversa poi confermata dalla vittima, in grado di parlare solo dopo diverse ore.

Dalle indagini, è emersa un’ennesima storia di violenza reiterata e mai denunciata.                           I protagonosti della vicenda avevano intrapreso una relazione nell’Ottobre del 2017, a seguito del naufragio del primo matrimonio della donna dal quale erano nati tre figli. Sin dagli inizi, l’uomo aveva manifestato un’ossessione morbosa nei confronti della compagna con scenate di gelosia nei confronti di altri uomini e specialmente dell’ex marito della donna.

Diversi gli episodi di violenza mai denunciati dalla vittima a causa delle minacce dell’uomo che, dopo averla aggredita, chiedeva perdono “perseguitando” e minacciando di morte la compagna. Il più grave di questi, avvenuto a Pasqua, aveva causato vistosi ematomi che fortunatamente la donna aveva fotografato sul proprio cellulare e mostrato agli investigatori.

Nel raccontare l’intera vicenda, aveva espresso al personale della seconda sezione della Squadra Mobile anche alcune perplessità, sostenendo che il suo ex compagno conoscesse i suoi spostamenti e fosse al  corrente dei contenuti di ogni sua conversazione telefonica.

Gli operatori di Polizia, insospettiti da questo particolare, hanno quindi effettuato, unitamente agli uomini della Polizia Scientifica, un accurato controllo della macchina in uso alla donna e sono riusciti ad individuare all’interno della plafoniera dell’autovettura un’apparecchiatura, sapientemente montata, in grado di localizzare la posizione del mezzo e di captare le conversazioni all’interno dell’abitacolo. All’interno di tale localizzatore GPS vi era una scheda sim intestatata proprio all’uomo poi arrestato.

A causa della violenza subita la donna ha riportato una frattura scomposta del naso, un trauma cranico,un’infrazione ad un dito ed una cicatrice al viso che forse non potrà essere rimossa.


27/06/2018

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