Nellâambito di un servizio volto alla repressione di reati in materia di immigrazione clandestina, a seguito di mirata attività info-investigativa svolta anche con servizi di osservazione e pedinamento, nel primo pomeriggio del 19 maggio gli agenti della Polizia di Stato di Vercelli fermavano a Vercelli, in via Trieste, un cittadino magrebino T.F., classe 92, nato in Marocco, attualmente senza fissa dimora.
Più nello specifico, da diversi giorni la Squadra Mobile della Questura di Vercelli aveva il sospetto che lo stesso â noto alle FF.OO. - avesse fatto rientro in questa provincia: infatti si tratta di persona che, per aggirare i controlli delle forze dellâordine, era solito spostarsi frequentemente in diversi comuni del Nord Italia, dove commetteva reati di vario genere, da quelli inerenti il patrimonio e gli stupefacenti, fino a numerosi reati contro la persona. Un pluripregiudicato, quindi.
Inoltre in più occasioni era stato destinatario di provvedimenti di espulsione, anche da parte di altre questure del nord Italia, ma mai si era riusciti ad accompagnarlo ad un Centro di Identificazione ed Espulsione, intimandogli solo di allontanarsi dalla Stato. Ordine, ovviamente, mai rispettato.
Per tali motivi, in accordo con lâUfficio immigrazione della Questura, si organizzava un servizio specifico volto al suo rintraccio, attività durata per due giorni, viste anche le capacità del soggetto, capace di fuggire e nascondersi al minimo sospetto, sapendo di essere irregolare e, quindi, a rischio rimpatrio coatto. Al momento del controllo T.F. si dava alla fuga per qualche centinaio di metri prima di essere prontamente braccato dagli agenti di polizia, non senza aver prima opposto animata resistenza. La successiva perquisizione personale e del furgone su cui viaggiava - e con il quale era in procinto di abbandonare questa provincia - , permetteva di rinvenire diversi telefoni cellulari di varie marche, un Ipod, e un paio dâocchiali da donna, nonché una catenina in oro con il gancio di chiusura rotto, ovviamente mai acquistati in negozio. Gli accertamenti preliminari hanno, infatti, permesso di appurare che uno dei telefoni cellulari in questione risultava provento di furto commesso allâinterno di unâautovettura proprio a Vercelli il 15.05.2017, mentre sugli gli altri oggetti sono in corso approfonditi accertamenti, volti ad stabilirne la provenienza. Per questi motivi T.F. veniva indagato in stato di libertà in ordine ai reati di resistenza a P.U. e ricettazione. Al termine della stesura degli atti di rito il soggetto, grazie anche alla preziosa collaborazione dellâUfficio Immigrazione, diretto dal Comm. Capo Dr. Carrubba, veniva accompagnato presso il Centro di identificazione ed espulsione di Torino, per il successivo accompagnamento coatto alla frontiera.
Clandestino sul territorio nazionale da diversi anni: fermato ed espulso dalla Polizia di Stato pregiudicato
22/05/2017