Questura di Vercelli

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AVEVA COMMESSO UNA RAPINA A FEBBRAIO: ESTRADATO DALLA SVEZIA VENTENNE MAROCCHINO. ESTRADATO DALLA POLIZIA DI STATO

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Nella mattinata del 5 febbraio c.a., la Polizia di Stato di Vercelli portò a termine un’operazione conclusasi con tre ordinanze applicative della misura cautelare in carcere nei confronti di soggetti resisi responsabili di una rapina commessa nel dicembre 2015. Più nello specifico la vittima, giovane torinese dell’83, nelle prime ore del 12 dicembre, dopo essere uscito dalla Discoteca “il Globo”, salì di sua spontanea volontà, su una autovettura marca Volkswagen, di colore scuro, con tre cittadini, uno di nazionalità marocchina e due di origini marocchine, ma cittadini italiani, conosciuti poco prima nel locale, in modo da farsi accompagnare per comprare le sigarette. Giunta in C.so Rigola, l’autovettura arrestò la sua marcia e la vittima veniva improvvisamente colpita al costato dal giovane seduto sulla parte posteriore dell’auto, dopodiché tutti gli occupanti scesero dal veicolo, aggredendolo e lasciandolo dolorante a terra. Al termine dell’aggressione, dopo essersi impossessati del portafoglio della vittima, con all’interno 300 euro, i tre malviventi si allontanarono dal luogo e, solo dopo alcuni istanti, la vittima comunicò alle Forze dell’Ordine quanto accaduto. Alla luce di ciò, personale della Terza Sezione della Squadra Mobile iniziò immediatamente l’attività investigativa, acquisendo le immagini delle telecamere di video-sorveglianza della discoteca, al fine di identificare gli autori dell’evento criminoso e capire meglio la dinamica dei fatti. Da un’attenta visione delle immagini, emerse che durante la serata, un gruppo di giovani veniva allontanato dal personale della sicurezza della discoteca e poco dopo si vide salire la vittima a bordo di un’autovettura con tre di loro a bordo Tramite una serie di controlli incrociati nelle banche dati, alla testimonianza di alcune persone presenti sul posto, e soprattutto alla caparbietà del personale operante, si riuscirono ad identificare gli autori di questa brutale aggressione. L’attività di polizia giudiziaria, permise così di raccogliere pregnanti elementi probatori, sulla base dei quali, il PM titolare dell’indagine, richiese al GIP presso il Tribunale di Vercelli le misure cautelare personali. I due residenti a Casale Monferrato furono catturati e portati in carcere, quello residente a Trino Vercellese, classe ’95 - anche lui con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio - risultò irreperibile. Pertanto fu avviata un’attività d’indagine che permise di stabilire come il giovane avesse appena abbandonato il Territorio Nazionale per recarsi in Belgio. Considerata la gravità dei reati contestati, il fatto che i due complici avevano sostanzialmente confermato la dinamica dei fatti e chiamato in correità il terzo sfuggito all’arresto, fu emesso dal G.I.P., su richiesta del PM, un Mandato di Arresto in ambito Europeo (M.A.E.). A ciò si aggiunga che nel frattempo, i primi due, viste le prove raccolte a loro carico, hanno entrambi patteggiato. Orbene, il 24 agosto scorso personale dell’Ambasciata d’Italia a Stoccolma (dove intanto si era spostato il fuggiasco) contattava la Questura di Vercelli – ufficio passaporti – a seguito di apertura di una procedura di alert nei confronti del rapinatore, riferendo che il malvivente era stato fermato dalla Polizia svedese. Terminate le dovute attività burocratiche e di fermo, in data 17 settembre, lo stesso veniva consegnato alla Polizia di Frontiera di Roma Fiumicino per essere associato alla casa circondariale di Rebibbia, a disposizione dell’autorità giudiziaria. La cattura di E.M. ha posto l’ultimo tassello ad un’indagine che ha incontrato molti ostacoli lungo il percorso, abilmente superati dagli investigatori della Terza sezione della Squadra Mobile che come sempre hanno svolto un’attività minuziosa e capillare. Allo stesso tempo, ha consentito l’emissione dal parte del Tribunale di Vercelli, del Mandato di Arresto Europeo, una rarità per questa realtà, che ha ben ripagato la determinazione operativa del personale operante, consentendo l’arresto di tutti i malviventi, anche di colui, che aveva pensato di abbandonare il territorio nazionale per sottrarsi alla cattura.

10/10/2016

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