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Commissariato di Gallarate - Arrestato per gravi e ripetuti maltrattamenti alla madre

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Gallarate

Ieri gli agenti del Commissariato di P.S. di Gallarate hanno tratto in arresto un trentunenne italiano residente a Gallarate, pregiudicato e noto anche come assuntore di sostanze stupefacenti in passato già ospitato in varie comunità di recupero e lavoro, perché gravemente indiziato di ripetuti e gravi maltrattamenti consumati ai danni della madre settantenne.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP presso il Tribunale di Busto Arsizio su richiesta del Pubblico Ministero D.ssa Rosaria Stagnaro, che ha coordinato le indagini del Commissariato, avviate dalla denuncia sporta dall’anziana donna il 20 giugno scorso.

Il racconto della donna, invalida al 75% e gravemente indigente tanto da essere da molto tempo fattivamente assistita dai servizi sociali, è costellato di gravi vessazioni e violenze iniziate circa dodici anni fa, che l’hanno indotta in uno stato permanente di grave paura ed ansia, anche per la mancanza di altri familiari a cui rivolgersi

Forte della propria prestanza fisica (specie se commisurata alla debolezza della madre) ed addestrato alle arti marziali, nonché spesso alterato e reso aggressivo dagli effetti delle droghe assunte, l’uomo innanzitutto le imponeva di mantenerlo economicamente, perché a suo dire “a lavorare ci vanno solo i cretini”, nonostante lei percepisca solo modesti redditi per lavoretti di pulizie domestiche che talvolta riesce a disimpegnare

Quando non si riteneva soddisfatto del denaro procuratogli, o dei vestiti che lei gli aveva acquistato a proprie spese o magari delle pietanze da lei cucinate, la percuoteva, la insultava e minacciava anche di morte, oppure la spaventava rompendo platealmente piatti, mobili, elettrodomestici ed altri oggetti e mettendo a soqquadro la casa

In più occasioni l’ha letteralmente cacciata fuori casa, dove talvolta ha dovuto trascorrere la notte all’addiaccio sulle panchine di un vicino parchetto in attesa che sbollisse l’ira del figlio, che, comunque, in casa si comportava da padrone assoluto costringendola perfino a chiedergli il permesso di usare i servizi igienici ma spesso obbligandola ad utilizzare un secchio

Negli anni la situazione si è lentamente ma costantemente aggravata, solo in parte mitigata dalle vicissitudini giudiziarie del trentunenne, condannato e costretto a programmi di recupero e avviamento al lavoro che per brevi periodi hanno apportato dei lievi progressi; purtroppo, però, anche a causa dell’uso di droghe, le violenze intra-familiari sono ricomparse e peggiorate, probabilmente in un certo senso estendendo i loro effetti anche sui vicini di casa, difficilmente all’oscuro delle cose ma talmente intimoriti dalle intemperanze e dalla aggressività dell’uomo dal non essere mai intervenuti in difesa della madre

In più occasioni, infatti, per sottrarsi alle quotidiane vessazioni all’anziana donna non è rimasto molto altro che allontanarsi dalla casa per qualche giorno facendosi ospitare da alcune conoscenti, ma non ha mai voluto farsi curare da alcun medico tacendo a tutti gli episodi peggiori, ed ogni volta, succube ed in nome dell’innato amore materno, è stata pronta a concedere una nuova opportunità al figlio

Rassicurata dagli agenti, ha invece trovato il coraggio di denunciare tutto e dal suo racconto si è compreso che, recentemente, l’aggressività del figlio aveva raggiunto livelli esasperati, come quando l’aveva umiliata infilandole calzini sporchi in bocca, oppure l’aveva minacciata brandendo delle forbici per il solo fatto che servendogli del tiramisù ne aveva involontariamente “sporcato” la decorazione, oppure ancora l’aveva minacciata di ustionarla versandole del caffè bollente sul viso.

Venuto a conoscenza della denuncia sporta contro di lui (che già annovera precedenti per spaccio di droga, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e porto di oggetti atti ad offendere), ha allora minacciato la madre affinché la ritirasse, ma senza riuscirci; anche per questo motivo, oltre che per la gravità della situazione, è dunque scattata la carcerazione preventiva, essendosi ritenute inadeguate misura meno afflittive come il divieto di avvicinamento.


20/08/2016

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