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Annuncia il suicidio al padre ma viene rintracciato e soccorso dalla Polizia di Stato

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Trentenne bresciano salvato dagli agenti alla stazione ferroviaria di Siena

Ha telefonato al padre dicendogli che voleva farla finita e poi ha interrotto la conversazione.

Un uomo di trent’anni di origini bresciane con qualche problema psicologico, per caso si trovava nella nostra città questa mattina, senza soldi né cibo.

Alle 6.30 circa, mentre il babbo cercava di ricontattarlo dopo la preoccupante telefonata, la compagna ha chiamato la Polizia di Stato che immediatamente si è attivata con le ricerche.

L’uomo, che si era allontanato da casa qualche giorno fa in bicicletta da Brescia, aveva detto ai familiari di essere diretto in gita a Roma.

Durante la conversazione telefonica il padre ha sentito che gli altoparlanti in sottofondo indicavano linee di convogli ferroviari della nostra provincia, per cui i poliziotti hanno pensato che si potesse trovare alla stazione di Siena.

La sala operativa della Questura ha subito inviato gli agenti delle Volanti sul posto, che hanno notato, abbandonati sul ciglio della strada, una bicicletta e un paio di ciabatte che potevano essere proprio del giovane.

Senza perdere tempo hanno iniziato a cercarlo e, dopo pochi minuti, l’hanno visto seduto lungo una scalinata della stazione mentre, parlando con una ragazza straniera, stava cercando di ricaricare il cellulare dal suo computer.

Si sono avvicinati e tranquillizzandolo hanno capito che l’uomo, instabile psicologicamente, voleva ricontattare il padre e per questo aveva cercato di ricaricare la batteria del telefono.

A quel punto, con professionalità e estrema calma, i poliziotti lo hanno convinto a seguirli all’interno del bar, dove gli hanno offerto da bere e gli hanno prestato il telefono personale per poter richiamare il genitore, nel frattempo messosi in viaggio da Brescia alla volta di Siena.

Insieme ai colleghi della Polfer, i poliziotti delle Volanti hanno anche cercato di indurlo a farsi curare dai sanitari, ma l’uomo non ha voluto saperne.

Con pazienza, senza rischiare di compromettere la sua salute, soprattutto psicologica, avendo capito che ogni imposizione nei suoi confronti avrebbe potuto aggravare la situazione, l’hanno assistito fino all’arrivo del padre, al quale dopo averlo riabbracciato è stato riaffidato.

 

 

Siena, 7 agosto 2017

 


07/08/2017

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