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La Polizia libera dalla schiavitù e dallo sfruttamento sessuale giovane donna marocchina

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La Polizia libera dalla schiavitù e dallo sfruttamento sessuale giovane donna marocchina

La Polizia di Stato - Commissariato di P.S. di Faenza è stata contattata da un’operatrice di una cooperativa sociale di Ravenna che si occupa, tra le altre cose, del recupero di donne vittime della tratta di esseri umani e di sfruttamento della prostituzione.

In una loro struttura del faentino vi era una donna di nazionalità marocchina che aveva espresso l’intenzione di denunciare l’uomo che l’aveva portata in Italia.

Negli Uffici del Commissariato di Faenza la donna, accompagnata  da un interprete, raccontava di avere marito e due figli in Marocco e qualche mese fa nel proprio nel suo paese era stata vittima di violenza sessuale da parte di un connazionale, che le aveva scattato - durante la violenza -  alcune fotografie e con queste aveva iniziato a ricattarla.

L’uomo aveva anche raccontato al marito quanto accaduto e lo stesso aveva  subito deciso di andare a denunciare la moglie per adulterio, reato ancora presente in Marocco e per il quale è previsto il carcere. La donna allora era scappata, rifugiandosi dalla sorella, ma lì era stata rapita da due persone mandate dal suo aguzzino, che l’avevano trascinata con lui fino all’aeroporto di Casablanca dove, sotto  minaccia , era stata costretta a salire su un aereo diretto in Tunisia.

Da qui i due, dopo avere attraversato la Libia in auto con la complicità di due conoscenti, erano saliti a bordo di una piccola imbarcazione che era stata soccorsa in mare da una nave italiana. Una volta a bordo entrambi, insieme al gruppo degli imbarcati, venivano portati a Messina, sottoposti a fotosegnalamento ed identificati. Entrambi venivano assegnati ad un centro di accoglienza a Bologna  come richiedenti “protezione internazionale”.

La donna ha raccontato ai poliziotti che durante tutto questo viaggio l’uomo l’aveva sempre picchiata e sottoposta a violenze continue, con la minaccia di diffondere in Marocco le sue fotografie. E sempre con questa minaccia l’uomo l’aveva convinta ad uscire dal centro ed a seguirlo, così i due erano saliti  su un treno per una destinazione che la donna non era stata esattamente in grado di indicare, forse in Sicilia.

Lì era stata costretta  a lavorare in strada per restituirgli il danaro speso per il viaggio. La donna riusciva  a fare conoscenza con una connazionale che le consigliava di scappare e di raccontare tutto alla Polizia. Tentava quindi la fuga ma veniva  scoperta dall’uomo che la raggiungeva sferrandole calci e pugni fino a quando un automobilista di passaggio metteva in fuga l’uomo.

La marocchina riusciva così a raggiungere la stazione ferroviaria e prendere un treno diretto a Bologna dove raggiungeva nuovamente il centro di accoglienza dove veniva  curata  per le lesioni riportate in seguito all’aggressione subita ed assistita da una operatrice  che ha raccolto il racconto delle sue vicissitudini.

In base alle indicazioni fornite dalla parte offesa gli agenti del Commissariato di Faenza davano vita ad una capillare attività di ricerca e riscontri a seguito della quale veniva acquisita in banca dati l’immagine fotografica dell’indagato, ritratto al momento dello sbarco in Italia e che la donna riconosceva subito.

Una volta ricostruito con certezza il lungo e tribolato viaggio ed identificato l’uomo che l’aveva allontanata con la forza dal suo paese, picchiata e violentata, la Polizia di Faenza ha provveduto a  diffondere tutte le informazioni agli organi di polizia nazionali al fine di rintracciare lo straniero il quale rischia una pena fino a 15 anni di reclusione.

Il marocchino, H.A.H., classe 1971,  è stato deferito alla Autorità Giudiziaria  anche per minacce, lesioni e tentata estorsione mentre la donna ha trovato nel nostro paese, oltre al coraggio di denunciare le barbarie subite, anche una nuova vita.

Ravenna, 10 febbraio 2017

                                                             


11/02/2017

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