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La polizia di Stato esegue condanna definitiva per violenza sessuale

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volante

Arrestato dagli uomini del Commissariato di P.S. di Comiso un uomo che abusava della figlia minorenne.

Nell’agosto del 2006 una donna aveva denunciato le presunte violenze sessuali subite dalla figlia, allora undicenne, ad opera del convivente,  un uomo boliviano, per alcuni fatti che si erano svolti a  partire dalla fine di luglio e sino a venerdì 11 agosto 2006.

La madre riferiva che da circa cinque anni conviveva con il soggetto, e che aveva un figlio con l’uomo oltre che altri minori, tra i quali la ragazza oggetto delle violenze, avuti dal precedete compagno.

La donna sospettando che l’uomo avesse una amante aveva piazzato un ricevitore, sopra l'armadio della camera da letto in attesa che potesse registrare una telefonata che le poteva confermare la relazione con l’altra donna.

Invece, si accorgeva che qualcosa non andava tra la figlia ed il convivente. Ad un certo punto registrava una conversazione che forniva agli inquirenti dalla quale si poteva appurare che l’uomo, parlando con la ragazzina, le chiedeva se le avesse fatto male quando le aveva infilato nella vagina un dito specificando che era il mignolo e pertanto non poteva averle fatto troppo male.

A quel punto le indagini proseguivano su direttive del PM con l’escussione della minore la quale effettivamente forniva un drammatico racconto circa l'ultimo mese di vita nel quale, non appena la madre usciva per andare a lavorare, l’uomo si metteva in mutande, cosa che non faceva alla presenza della donna.

Un giorno di fine luglio, l’uomo aveva fatto sdraiare la ragazzina accanto a lui ed aveva iniziato a toccarla al seno alle gambe ed alle cosce, poi aveva iniziato ad infilarle un dito nella vagina.

La ragazza aveva indosso solo un vestitino e le mutandine che lui spostava per permettergli l’atto sessuale. Il racconto proseguiva con altri particolari.  

In altre circostanze l’uomo la chiamava direttamente e le diceva di andare nella camera da letto; lì si ripetava il macabro rituale.

La madre in denuncia aveva anche riferito che temeva che l’uomo, attese le sue assenze per lavoro, potesse abusare ulteriormente della figlia.

La ragazza era stata anche visitata in ospedale a Comiso. In sede di visita ginecologica il medico confermava che la ragazzina aveva avuto una presunta penetrazione senza lacerazioni ma il medico non si poteva pronunciare sul fatto che la penetrazione fosse stata con un dito o con un genitale.

In seguito a celeri indagini, l’uomo che si temeva potesse ancora abusare della ragazzina, veniva posto in stato di fermo e subito dopo posto agli arresti domiciliari presso una abitazione ovviamente diversa rispetto a quella dove viveva la famiglia.

Lo scorso aprile la sentenza di condanna dell’uomo è divenuta irrevocabile essendo stato riconosciuto del reato di violenza sessuale continuata, condannato a quattro anni di reclusione, per cinque anni interdetto dai pubblici uffici e con l’interdizione perpetua dagli uffici di tutore.

Dovendo scontare ancora una pena residua di 3 anni e 7 mesi, è stato arrestato dagli agenti del Commissariato di PS di Comiso, che avevano condotto la prima indagine, e accompagnato presso la casa circondariale di Ragusa. 


07/06/2016

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