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La Polizia di Stato arresta un uomo, marito e padre violento

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Commissariato P.S. Bagheria

Finito un incubo, per una donna e i suoi due figli minori, durato oltre vent'anni

Agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di P.S. Bagheria hanno sottoposto agli arresti domiciliari, in esecuzione di un’Ordinanza di Aggravamento del Regime Cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Termini Imerese, il 42enne A.B. di Casteldaccia, responsabile di reiterati atti di maltrattamento contro familiari e conviventi in presenza di figli minori, già per questo sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese e all’obbligo di presentazione alla p.g. A dare origine alle indagini condotte dagli agenti del Commissariato di P.S. “Bagheria” la denuncia di una moglie distrutta emotivamente, che lo scorso ottobre, giunta al limite massimo di sopportazione, si presentava presso quegli uffici insieme ai due figli minori, raccontando che da più di venti anni il marito la vessava con ingiurie, percosse, limitazioni della sfera della libertà personale e violenze psicologiche attuate anche alla presenza dei figli minori, verso i quali aveva analogamente preso a indirizzare i suoi comportamenti prevaricatori e violenti, verbalmente e fisicamente, provocando in tutti loro uno stato di mortificazione e di svilimento tali da compromettere il normale svolgimento della convivenza. La donna, nel ripercorrere le varie tappe della sua vita, dall’età di anni 14 e fino all’età degli anni 24 (periodo del suo fidanzamento con l’uomo), riferiva episodi in cui già a quel tempo era manifesto nel giovane il carattere violento e autoritario con cui si arrogava il diritto di organizzare la vita della “fidanzatina”, senza tenere conto delle sue aspirazioni lavorative, dei suoi gusti, delle scelte e del carattere. Quando usciva con i suoi genitori, la seguiva con la vespa e, appostandosi, la osservava da lontano; la rimproverava se volgeva lo sguardo a una persona del sesso opposto apostrofandola “puttana”. Dal periodo del loro matrimonio ad oggi riferiva di avere subito da parte del marito ulteriori episodi violenti, in particolare di essere svilita da costanti accuse di infedeltà e di ossessiva gelosia, di essere stata in più occasioni colpita con vari oggetti contundenti, altre volte percossa con pugni, schiaffi, calci o afferrata per i capelli e trascinata. Analoghe violenze e prevaricazioni venivano spesso rivolte anche ai figli, ripetutamente percossi e aggrediti, in un’occasione addirittura con un mestolo da cucina. Alla luce della gravità dei fatti rappresentati la donna con i due figli minori venivano collocati in una struttura di accoglienza per donne e minori a indirizzo segreto ed all’uomo applicate le misure del divieto di avvicinamento ai luoghi frequenatti dalle parti offese e dell’obbligo di presentazione alla p.g. L’uomo, tuttavia, recalcitrante alle prescrizioni imposte, ha continuato a violare ripetutamente tali misure, mettendosi più volte in contatto con la moglie e i figli e perseverando nelle condotte intimidatorie verso di loro. Introducendosi fraudolentemente nel profilo della moglie su un noto social network per appropriarsi del contenuto delle sue conversazioni private, ha continuato ad atterrirla attraverso la pubblicazione di minacce ed intimidazioni, spinto dal pervicace desiderio di interferire sulla sua vita, le sue scelte e su quelle dei figli.


19/01/2017

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