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4 arresti per associazione a delinquere finalizzata a peculato e riciclaggio

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Notificata richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare messinese

Nelle prime ore di stamane, i poliziotti della Squadra Mobile e della Sezione di P.G.- presso la locale Procura della Repubblica, unitamente ai militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza, hanno proceduto alla notifica della richiesta di autorizzazione all'esecuzione di misura cautelare in carcere nei confronti di un parlamentare messinese (già notificata, nella serata di ieri, presso la Presidenza della Camera dei Deputati) e dato esecuzione ad un'Ordinanza di applicazione di Misura degli arresti domiciliari adottata dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un quarantasettenne di S. Piero Patti, già capo della segreteria particolare dell'Assessore Regionale all'istruzione ed alla formazione, un commercialista messinese di anni 55, un messinese di anni 40 ed un messinese di anni 37, quest'ultimi entrambi componenti della segreteria politica del parlamentare nonché gestori degli enti formazione, ritenuti responsabili, a vario titolo, di far parte di un'associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti di peculato, truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio nonché reati finanziari e contro la pubblica amministrazione (in concorso con pubblici ufficiali) attraverso le attività di enti di formazione professionale, a loro direttamente od indirettamente riconducibili e di società, che erogavano servizi ai predetti enti, essendo sempre da loro gestite e controllate.

Il provvedimento cautelare scaturisce dalle complesse ed articolate indagini riguardanti complessivamente 25 soggetti indagati a vario titolo, per un totale di 54 capi d'imputazione.

Le attività illecite sono state compiute sempre in conflitto di interesse rispetto alla destinazione del denaro pubblico gestito dagli indagati, orientandole sia a profitto personale sia a finalità di propaganda politico-elettorale, ed attingendo illecitamente ai fondi erogati dalla Regione Sicilia per la formazione professionale, grazie anche al sostegno politico ed alle pressioni esercitate dagli esponenti di riferimento, in primo luogo dall'On.le messinese, per garantire l'accreditamento degli enti, il finanziamento dei progetti, l'erogazione delle anticipazioni e dei saldi.

Oltre alla fattispecie associativa, il parlamentare risulta destinatario della misura cautelare anche in ordine alla contestazione di due distinte ipotesi di riciclaggio in concorso, poiché dopo che erano stati commessi delitti di truffa aggravata (mediante noleggio di attrezzature e servizi, nonché locazioni) e peculato da parte di soggetti indagati, operanti per conto di società erogatrici di servizi in favore degli enti di formazione, compiva operazioni di trasferimento delle somme di denaro di provenienza delittuosa e, comunque, volte ad ostacolare l'identificazione della loro illecita provenienza, peculato in concorso, truffa aggravata in concorso, evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti emesse in suo favore ed, infine, emissione di documenti relativi ad operazioni inesistenti per consentire a terzi (società a lui riconducibili) di evadere le imposte sui redditi e l'imposta sul valore, con l'aggravante di aver commesso il fatto anche allo scopo di eseguire il delitto di riciclaggio.

Le complesse indagini hanno consentito di accertare l'esistenza di un artificioso meccanismo, creato da abili professionisti per attuare una sistematica distrazione delle cospicue risorse pubbliche destinate alle attività formative, nonché per frodare il fisco ed occultare la natura dei proventi, mediante il ricorso a prestanome, impiegati per la gestione di enti e società, per il compimento di operazioni imprenditoriali e finanziarie e per la sempre più ampia acquisizione di enti di formazione.

Sono state, inoltre, verificate numerose truffe mediante assunzioni fittizie presso un ente di formazione, al fine di occultare l'utilizzo dei falsi dipendenti presso la stessa segreteria politica del parlamentare.

Infine, sono stati accertati una serie di episodi distrattivi, in gran parte realizzati mediante un sistema di sovrafatturazione, determinando un sovradimensionamento dei costi: in sostanza, allo scopo di appropriarsi del denaro pubblico destinato alla gestione dei corsi, gli indagati in molti casi hanno acquistato beni o servizi, apparentemente destinati allo svolgimento dei corsi, rivolgendosi ad aziende dagli stessi direttamente o indirettamente controllate, a prezzi ampiamente superiori a quelli realmente praticati o praticabili sul mercato. In altri casi, sempre allo scopo di fare apparire costi notevolmente superiori al reale, hanno adoperato lo schema di una tipica triangolazione: hanno acquisito il bene a prezzo di mercato per il tramite di un'azienda dagli stessi controllata, quindi hanno rivenduto o noleggiato il bene all'ente di formazione maggiorandone notevolmente il prezzo e, conseguentemente, lucrando sulla differenza. Ciò, in particolare, risulta accaduto con riferimento alla locazione di immobili: presi in affitto da società riconducibili agli stessi gestori degli enti e poi subaffittati all'ente di formazione a prezzi maggiorati in misura prossima al 100%.

In altri casi, infine, sono state rappresentate prestazioni totalmente fittizie, come l'elaborazione di contratti di progettazione. Tale meccanismo, inoltre, è stato realizzato anche con riferimento a pingui contratti per servizi di pulizie, apparentemente prestati da società e aziende verosimilmente non operanti nel settore.


19/03/2014
(modificato il 24/03/2014)

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