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Messina - Operazione "Totem" -Le mani della mafia sui beni confiscati

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Operazione Totem

24 arresti per lidi, ristoranti, discoteche e sale scommesse gestiti dal clan "Giostra"

Nelle prime ore odierne i Poliziotti della Squadra Mobile di Messina e i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito in questa provincia e in quelle di Catania, Enna, Mantova e Cagliari, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di complessivi 24 esponenti dell’associazione mafiosa denominata Giostra, ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali e altro, aggravati dalle modalità mafiose.

Il provvedimento in esecuzione è frutto di autonome e convergenti attività investigative condotte sin dal 2012 dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e dal 2013 dai poliziotti della Squadra Mobile che, coordinati dalla D.D.A.A. di Messina, che hanno consentito di comprovare l’esistenza di una ramificata struttura criminale, documentandone gli assetti organizzativi di vertice e i ruoli svolti dai singoli associati sia nella effettiva gestione di attività imprenditoriali intestate a prestanome, sia nel settore delle scommesse illecite.

In particolare, l’inchiesta ha accertato come il sodalizio mafioso si avvalesse della complicità di un amministratore giudiziario  per continuare a gestire di fatto – attraverso propri uomini di fiducia – due imprese già confiscate nel 2012 (lo stabilimento balneare “Al PILONE” e la società di distribuzione di videopoker e raccolta dei proventi del gioco “EUROGIOCHI”), nonché delle capacità manageriali di un professionista, a cui era affidata l’effettiva conduzione della discoteca “IL GLAM” e di alcuni stabilimenti balneari (tra cui lo stesso “Al PILONE”), tutti riconducibili alla famiglia anche se intestati a soggetti insospettabili.

Dalle indagini, inoltre, è emerso come alcuni appartenenti al sodalizio, servendosi di un network di imprese apparentemente legali ma sprovviste dei requisiti prescritti per operare nel mercato dei giochi on line, procedessero alla raccolta delle puntate e al pagamento in contanti delle vincite ai clienti, utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali. Nel medesimo ambito, l’organizzazione criminale  provvedeva a investire nuovamente parte degli introiti nell’acquisto di videopoker, totem e slot-machine, che venivano a loro volta modificati mediante l’installazione di software illegali. 

Le investigazioni hanno anche fatto luce sulle modalità con cui alcuni indagati si adoperavano per garantire il reimpiego dei proventi illeciti derivanti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse clandestine, che venivano reinvestiti in alcune attività di ristorazione e di intrattenimento di cui i medesimi erano intestatari.

Contestualmente, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo del campo di calcetto “CASA PIA” sito in Via Placida, della società di ristorazione “SAPORI DEL MATTINO” di Via Manzoni, della “TI.DE srl”, che gestisce un lido balneare in loc. Mortelle, di un fabbricato adibito a stalla sede della scuderia “BELLAVISTA”, di un’ AUDI modello “Q7” e delle attrezzature collocate all’interno di 22 sale giochi/centri scommesse ubicati nel capoluogo peloritano (tra cui la “BILIARDI SPORT”, “INTERNET POINT MANIA” e la “BETYITALY”),  riconducibili agli indagati, del valore complessivo di oltre  2 milioni di euro.

Dunque, la famiglia mafiosa è stata in grado di diversificare le proprie attività criminali in diversi settori economici, tra i quali risultano la gestione di stabilimenti balneari, rosticcerie ed una vera e propria catena di punti internet per la raccolta e gestione di scommesse on line illecite.

Le indagini hanno consentito di portare alla luce una pericolosa e strutturata organizzazione criminale, radicata in quel quartiere ma con forti cointeressenze con altri gruppi criminali della città.

Inoltre, sul piano probatorio è stato possibile stabilire un diretto rapporto, sinora mai acquisito processualmente, tra l’organizzazione delle corse di cavalli clandestine e la raccolta delle scommesse da parte dell’organizzazione criminale di Giostra.

Invero, gli indagati sono altresì ritenuti responsabili di aver organizzato ed effettuato, in concorso tra loro, più corse clandestine di cavalli sulla pubblica via, con relative scommesse illecite, senza la necessaria autorizzazione dell’Autorità, nonché sottoponendo gli equini a fatiche non sopportabili per le loro caratteristiche, con l’aggravante di aver commesso i fatti, in correlazione all’organizzazione ed alla gestione di scommesse clandestine ed avvalendosi del metodo mafioso.

Gli odierni indagati, prendendo contatti con i gruppi sfidanti, stabilendo le modalità delle competizioni nonché i luoghi in cui disputarle ed il denaro da scommettere, promuovevano ed organizzavano competizioni non autorizzate tra animali, e segnatamente corse clandestine di cavalli, potenzialmente idonee a metterne in pericolo l’integrità fisica, a causa della somministrazione incontrollata e per finalità non terapeutiche di trattamenti farmacologici e  dell’utilizzo di percorsi impropri (strade pubbliche asfaltate, caratterizzate dalla rigidità della superficie e dall’interferenza con il traffico veicolare), nonché per la contestuale presenza, a ridottissima distanza, di un elevato numero di auto e motoveicoli.

Sulla base di indagini è stato possibile accertare l’operatività di questa articolata organizzazione criminale anche nel settore del gioco e delle scommesse, con la gestione di diverse sale giochi, punti internet, circoli ricreativi, ove venivano installate attrezzature per il gioco e le scommesse on line, operando su siti con estensione .com, inibiti dall’AAMS, in assenza di alcuna concessione e autorizzazione.

Nel corso delle indagini, è stato tratto in arresto un soggetto in quanto deteneva, per conto di altri associati, tre fucili da caccia, dei quali uno con le canne tagliate, nonché numeroso munizionamento, sottoposti a sequestro.

Nel corso delle indagini è emerso un metodo criminale tipicamente mafioso poggiato sulla violenza e sulla crudeltà.


30/06/2016

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