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Minore vittima di rapina da parte di un compagno di classe e di due neo maggiorenni. Presi dalla Polizia di Stato.

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Attività polizia ferroviaria

Lo scorso 16 novembre, durante gli ordinari controlli in Stazione a Lecco da parte del locale Posto Polfer, gli Agenti hanno riconosciuto, nei pressi della banchina del binario 3, un giovane ragazzo del quale era stata denunciata la scomparsa pochi giorni prima. Gli operatori si sono avvicinati per identificarlo e capire se fosse veramente lui il giovane ritratto nella foto allegata alla denuncia.

Dalla carta di identità, i dati anagrafici erano gli stessi.

Il giovane ha spiegato agli Agenti che era scappato via da casa perché trovato in possesso di sostanza stupefacente dal padre e questi lo aveva accompagnato dai Carabinieri per denunciare il fatto.

Rientrati entrambi a casa, il giovane aveva così deciso di andarsene  dall’abitazione paterna, rubando al padre la sua pistola soft air.

Il ragazzo ha sin da subito dichiarato la volontà di andar via da lì, per proseguire il suo viaggio che lo avrebbe condotto da un amico a Milano insieme al quale la sera sarebbero espatriati.

All’atto di aprire il portafoglio per consegnare la carta d’identità, un poliziotto ha notato che, oltre al suo documento, vi era anche quello di un altro soggetto.

Alla richiesta di spiegazioni sulla disponibilità di detto documento, ha solo dichiarato essere di un suo compagno di classe, senza null’altro aggiungere sui motivi di tale possesso.

Dal controllo in banca dati, gli operatori hanno letto che il titolare di quest’ultimo documento, il giorno precedente, aveva denunciato una patita rapina da parte di due ragazzi a lui noti e uno sconosciuto. Dei noti, uno si identificava proprio  per il ragazzo rintracciato dalla Polfer.

Gli Agenti hanno capito che la storia andava oltre una semplice scomparsa.

Convocata la giovane vittima, questa ha dichiarato che il giorno precedente, seduto di prima mattina sul treno che lo avrebbe portato a Lecco dal suo paese in provincia, per andare a scuola, aveva incontrato questi tre giovani che, con fare minaccioso e con parole pesanti, lo avevano obbligato a consegnare cellulare e documenti oltre alla somma di 120 euro in contanti.

Il giovane, spaventato dalla situazione e minacciato che se non avesse adempiuto avrebbero “fatto altro”, aveva consegnato tutto, anche perché aveva avuto, a suo dire, modo di notare che l’individuo sconosciuto aveva un tirapugni.

Ha dato una descrizione dettagliata di quest’ultimo soggetto, precisando anche la fermata in cui era salito a bordo del treno unitamente agli altri due.

Immediatamente è stato disposto un fermo di polizia giudiziaria a carico del giovane fermato vista anche l’intenzione di espatriare, da lui stesso dichiarata.

Gli Agenti della Polfer di Lecco hanno visionato le immagini nelle Stazioni interessate ed hanno individuato il gruppo di tre ragazzi. Convocato, il secondo di questi noto alla vittima, ha confermato l’accaduto, ritenendosi però estraneo all’azione minatoria così come anche il giovane rapinato aveva affermato; per tale motivo veniva denunciato in stato di libertà per rapina.

Posizione diversa è stata quella del terzo ragazzo, inizialmente sconosciuto. Gli operatori hanno esaminato molto attentamente i filmati che ritraevano il gruppo e, pattugliando attentamente la Stazione, in data 17 novembre lo hanno individuato nel piazzale antistante a questa, in attesa di un bus.

Portato immediatamente presso gli Uffici, gli Agenti hanno chiesto alla giovane vittima di guardare un fascicolo con alcune foto e vedere se fosse riuscito a riconoscere tra questi il soggetto aggressore.

Il ragazzo non ha avuto alcun dubbio. Il quasi 19enne, cittadino italiano ma di origini africane, in possesso di regolare passaporto italiano è stato quindi fermato. Dalla perquisizione la sua posizione si è aggravata ulteriormente in quanto è stato trovato in possesso di una pistola soft air senza tappo rosso, uguale a quella che il padre del primo responsabile aveva denunciato il furto.

Pertanto, quest’ultimo soggetto e il primo minore aggressore, compagno di scuola della vittima, sono stati sottoposti al fermo di polizia giudiziaria. Dopo la convalida del fermo da parte dell’A.G. competente, il minore è stato affidato ad una comunità in provincia di Pavia e il maggiorenne con obbligo di dimora, è ritornato presso l’abitazione del padre.


22/11/2018

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