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Camporosso, Consigliere Comunale gambizzato: arrestati gli aggressori

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Camporosso - Consigliere Comunale gambizzato in pieno centro: arrestati gli aggressori.

È stato risolto brillantemente in meno di 48 ore dalla Polizia di Stato il caso del ferimento del consigliere comunale Francesco Cordì e del suo amico Emilio Simbari, avvenuto lo scorso 17 dicembre a Camporosso. Ieri, gli agenti hanno arrestato gli aggressori, il ventimigliese Domenico Catalano di 55 anni e suo nipote, Antonio Catalano, di 22 anni, quest'ultimo rintracciato a Gioia Tauro dove si era rifugiato subito dopo l'agguato.

Gli investigatori del Commissariato PS di Ventimiglia, coordinati dal Dirigente dott. Giuseppe Ruggiero, hanno scoperto che la mattina della sparatoria, avvenuta in pieno centro cittadino, il consigliere comunale di Camporosso avrebbe incontrato i due Catalano, zio e nipote, che gli chiedevano conto del mancato rinnovo del contratto di lavoro a favore del figlio di Domenico Catalano, Alessandro, aiuto cuoco presso la cucina dello Sporting Club di Montecarlo, gestita dalla società SBM, ove Cordì rivestirebbe un ruolo di responsabile.

La discussione si fa subito accesa. L'amico Simbari, intervenuto nella discussione, sferra un pugno a Domenico Catalano, gesto che fa scattare la risposta violenta del giovane Antonio Catalano, che, senza alcuno scrupolo di trovarsi in una piazza, nel cuore del paese, estrae la pistola che portava con sé e spara ai due uomini, all'altezza delle gambe. Quindi il silenzio e l'omertà delle due vittime, che si recano in ospedale solo a tarda sera per farsi curare le ferite, dichiarando una storia fantasiosa agli inquirenti e, cosa più grave, tacendo sull'identità ben conosciuta dei loro aggressori. Solo grazie alla conoscenza del territorio, gli investigatori della Polizia di Stato imboccano la direzione giusta delle indagini, giungendo alla famiglia dei Catalano.

A questo punto, convinto anche dai propri familiari, Catalano Domenico confessa e fa ritrovare la pistola usata per l'aggressione, occultata in un giardino; nel frattempo, il nipote Antonio viene rintracciato a Gioia Tauro, dove è andato subito a rifugiarsi, e arrestato dagli agenti di quel Commissariato.


20/12/2014
(modificato il 24/01/2015)

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