Maxi sequestro della Polizia di Stato di palazzi, auto di lusso, conti correnti e buoni postali per oltre due milioni di euro
Tutto è iniziato a luglio dello scorso anno quando la Polizia di Stato mise fine ad un vero e proprio business del mercato della droga
arrestando malavitosi che conducevano una vita da Grand Hotel con redditi da indigenti.
Venti le misure restrittive eseguite allora dalla Polizia di Stato nei confronti di appartenenti perlopiù a famiglie Rom, cui si aggiunsero
altre 11 eseguite nel corso dell'attività investigativa.
Il lavoro degli investigatori è, però, proseguito ed ha scavato ancora più a fondo in quella che è apparsa da subito
come una vera e propria holding all'interno della quale si muovono uomini e donne con capacità manageriali legati tra loro da rapporti
personali e familiari che la rendono impenetrabile.
Infatti a fronte di redditi leciti bassissimi ed ai limiti dell'indigenza, tanto che qualcuno di loro percepisce addirittura la pensione sociale,
appare uno stile di vita altissimo con ville, auto di lusso e conti a cinque zeri in banca e alla posta.
Gli uomini della Polizia di Stato hanno cercato i collegamenti, raccolto indizi e presentato prove tanto da indurre l'Autorità Giudiziaria
ad emettere il decreto di sequestro che questa mattina è stato eseguito dalla squadra mobile di Frosinone.
Due Ferrari, una Mercedes ed altre autovetture di grossa cilindrata, quattro palazzine nella zona di via Chiari a Roma, un fabbricato e vari
terreni a Frascati, conti correnti e buoni postali il tutto per svariati milioni di euro sono stati tolti dalla loro disponibilità con il
provvedimento di oggi.
Tale provvedimento, proposto dal dott. Cascini della DDA di Roma, che ha sposato in pieno l'impianto investigativo della Polizia di Stato, è
stato emesso dal Tribunale di Roma-Ufficio misure di prevenzione personali e patrimoniali.
Con l'attività di questa mattina la Polizia di Stato ha inferto un duro colpo alla malavita organizzata incidendo direttamente sui loro
patrimoni il cui indebolimento ne determina l'inevitabile riduzione del loro illecito potere.