Operazione denominata “Arusha”
La Polizia di Stato, ha eseguito 17 ordinanze di misure cautelari, emesse dal Tribunale di Lanciano di cui 11 in carcere e 6 agli arresti domiciliari.
L’operazione è stata condotta dal personale dalla Squadra Mobile della Questura di Chieti e del Commissariato P.S. di Lanciano.
L’attività investigativa svolta al fine di contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo Cocaina, sul territorio frentano risulta essere una propaggine di quella già conclusasi agli inizi dell’anno 2015, denominata “SUPER MARIO BROS”, e che ha visto coinvolti cittadini albanesi, rumeni ed italiani.
L’attuale attività investigativa, denominata “ARUSHA” (che significa “ORSO / ORSACCHIOTTO”, termine spesso utilizzato dagli indagati albanesi nel corso delle loro comunicazioni telefoniche), ha ripercorso lo stesso modus operandi, con una fitta rete di spacciatori i quali si rifornivano da personaggi albanesi radicati nel territorio frentano e della costa teatina.
I rifornitori albanesi residenti nella zona frentana interagivano con diversi spacciatori italiani ognuno dei quali, a loro volta, riforniva una personale clientela realizzando così una rete frammentata di piccoli gruppi che agivano senza dipendere l’uno dall’altro, avendo come unico denominatore lo stesso rifornitore albanese.
Molte sono state le difficoltà investigative legate alla non conoscenza della lingua albanese degli operatori di P.G., l’atteggiamento estremamente attento e circospetto alle modalità di occultamento delle sostanze stupefacenti spesso in zone boschive o in aree di cui potevano avere la disponibilità momentanea così da eludere eventuali controlli nelle proprie abitazioni.
Ciò nonostante nel corso dell’attività investigativa è stato possibile sequestrare, attraverso mirati controlli e riscontri, vari quantitativi di stupefacente destinati al mercato frentano pari ad oltre 350 grammi di cocaina, quantità che rappresenta sola la punta dell’iceberg del fenomeno dello spaccio perpetrato dagli attuali indagati.
In una occasione l’attività investigativa ha consentito di sequestrare circa 1,6 chilogrammi di cocaina e conseguente arresto di tre cittadini albanesi residente in una nota località turistica della riviera Romagnola.
Lo stupefacente sequestrato è risultato essere di elevatissimo grado di purezza tanto da poter essere “tagliato”, per la sua destinazione alla vendita al dettaglio, anche fino a quattro volte, con la possibilità di realizzare profitti molto alti che si aggira intorno al milione di euro.
Per l’esecuzione delle ordinanze e le numerose perquisizioni hanno dato il loro contributo il Reparto Prevenzione Crimine di Pescara, Reparto Volo della Polizia di Stato di Pescara e le unità cinofile di Pescara.