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Operazione di polizia giudiziaria della Squadra Mobile. Nove in manette, tra cui l'ex sindaco di Niscemi Francesco La Rosa e il boss Giancarlo Giugno

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Operazione Polis - conferenza stampa

L'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta su mafia e amministrative a Niscemi del 2012.

Oggi la Polizia di Caltanissetta ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare per i reati di associazione di tipo mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso emesse dal G.I.P. del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Le indagini condotte dai poliziotti della squadra mobile, unitamente a quelli dei Commissariati di Niscemi e Gela, hanno permesso di accertare che appartenenti a "Cosa Nostra" di Niscemi e di Gela si incontravano in aperta campagna per discutere accordi politico-mafiosi. Nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Caltanissetta su mafia e amministrative a Niscemi del 2012 sono nove le persone destinatarie del provvedimento restrittivo emesso dal Gip: Giancarlo Lucio Maria Giugno, di 59 anni, detenuto nella casa circondariale di Terni; Salvatore Ficarra, di 47; Francesco Spatola, di 53; Francesco Alesci, di 48; Francesco La Rosa, di 54, ex sindaco di Niscemi; Calogero 'Carlo' Attardi, di 31, ex consigliere comunale eletto nella lista per La Rosa; Giuseppe Attardi, di 54, padre di Calogero, imprenditore; Salvatore Mangione, di 47, e Giuseppe Mangione, di 44, collaboratori dell'ex sindaco. Giugno, Ficarra, Spatola e Alesci sono accusati di associazione mafiosa, per aver fatto parte di Cosa nostra; La Rosa Francesco, Attardi Calogero, suo padre Giuseppe, Mangione Salvatore, Mangione Giuseppe di scambio elettorale politico-mafioso e sono stati posti agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caltanissetta e dei Commissariati di P.S. di Niscemi e Gela. Ad appoggiare l'ex sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, sarebbero stati il boss di Niscemi, Giancarlo Giugno, e di Gela, Alessandro Barberi. Al centro delle indagini un presunto patto stretto tra il candidato e la mafia per le elezioni amministrative del 2012. L’attività investigativa ha messo in luce l’interesse della consorteria mafiosa alle ultime elezioni comunali e quale fosse l’impegno assunto dal candidato politico in cambio della promessa dei mafiosi di appoggiare la sua candidatura. Per assicurare la raccolta dei voti, il candidato doveva garantire la corresponsione di somme di denaro (100 euro per un voto), l’assunzione dell’elettore “amico” alle dipendenze di società di famiglia e la possibilità in futuro di far svolgere lavori in Comune a società colluse grazie a turbativa delle relative gare d’appalto. Dalle indagini è emerso anche che già dal 2012 Cosa Nostra si era interessata a mettere le mani nell’amministrazione comunale di Niscemi. La Rosa faceva già parte della Giunta Comunale nel 2004 quando l'Ente fu sciolto per infiltrazione mafiosa. Calogero Attardi, anche lui agli arresti domiciliari, è stato eletto, nel 2012, consigliere comunale con 356 voti, risultando il più votato della lista “La Rosa sindaco”. Oltre che consigliere comunale è stato, nella precedente amministrazione, dal 2015 al 2017, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Niscemi. Circa due mesi fa Calogero Attardi si è dimesso dal Comune di Niscemi per prepararsi alla candidatura alle prossime regionali in Sicilia.



 


29/06/2017

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