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Arrestato un 62enne per aver commesso reati sessuali ai danni di minori.

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Il lavoro della squadra mobile ha permesso di far emergere un grave quadro indiziario, anche grazie all'ascolto delle due vittime.

Nella mattinata di ieri, la II Sezione "Reati contro la Persona e Minori" della Squadra Mobile della Questura di Benevento, a seguito di laboriose indagini, ha dato esecuzione ad un'ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari, emessa, lo scorso 13 novembre, dal gip presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di C.Z., un 62enne imprenditore.
L'accusa è di violenza sessuale verso una minore, di 14 anni, e di tentata induzione alla prostituzione nei confronti di una 16enne.
Il lavoro di squadra ha permesso di far emergere un grave quadro indiziario, anche grazie all'ascolto delle due vittime.
Sulla vicenda venuta alla luce, si registra un comprensibile riserbo in Questura.
Una delle vittime degli abusi sessuali è di fatto ancora oggi poco più che una bambina e quando ha subito violenza non aveva ancora compiuto 13 anni; mentre l'altra ragazzina non aveva ancora 16 anni quando è stata oggetto delle attenzioni dell'"orco".
I fatti criminosi si sono svolti, con continuità, nell'arco di circa due anni a partire dall'autunno del 2011 fino al dicembre 2013 all'interno di un'abitazione di Apollosa.
La più grande delle due vittime è figlia della convivente dell'uomo accusato di violenza.
La donna è una rumena ed anche la giovanissima è nata nel paese dell'Est europeo.
Approfittando dell'ambito familiare della violenza, l'uomo avrebbe tentato anche di costringere la ragazza sulla via della prostituzione provvedendo a pubblicare, su alcuni giornali, inserzioni dal significato mai ambiguo.
Ad aggiungere orrore all'orrore, c'è la storia dell'altra vittima.
Si è appreso che quest'ultima è una piccola italiana, amichetta della 16enne, che, per questa ragione, frequentava la casa dell'accusato.
La violenza è cominciata dapprima con palpeggiamenti ai danni delle minori per poi finire in rapporti sessuali completi.
Inoltre C.Z., era solito minacciare la 16enne affermando che, se avesse rivelato a qualcuno quanto succedeva nella casa degli orrori, avrebbe cacciato di casa la mamma, sua convivente.
La ragazzina, quindi, si sarebbe trovata in una una condizione di profonda soggezione psicologica nei confronti dell'uomo, temendo fortemente che, qualora fosse saltata fuori in qualche modo la notizia degli abusi, avrebbe dovuto patire la fame non sapendo in che modo sostenersi.
Per quanto riguarda l'amichetta, invece, la violenza è cominciata un giorno in cui la piccola si è ritrovata sola in casa.
La vittima si è sempre rifiutata di prostituirsi, non permettendo alla vicenda di evolversi ulteriormente in negativo.
Le resistenze della ragazzina si sono fatte via via più forti fino al punto di andare via di casa presentandosi presso una Casa Famiglia.
A quel punto, è partita un'indagine sulla condizione delle ragazze da parte di una struttura pubblica.
Il risultato di tali accertamenti è stato presentato agli organi inquirenti.
Quindi, la II Sezione della Squadra Mobile diretta da Giovanna Salerno, ha, a sua volta, svolto una relazione con la Procura dei Minori presso il Tribunale di Napoli.
Infine, dopo l'intervento di psicologi ed assistenti sociali, è scattato il provvedimento restrittivo.


17/11/2014

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