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CATTURATO DALLE SQUADRI MOBILI DI ANCONA E VENTIMIGLIA LATITANTE IRREPERIBILE SUL TERRITORIO NAZIONALE

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CONFERENZA STAMPA

FINALMENTE IN CARCERE UN CITTADINO TUNISINO RICERCATO PER REATI DI VIOLENZA SESSUALE, MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA ED ATTI PERSECUOTORI

La Polizia di Stato di Ancona e di Ventimiglia (IM) ha catturato il latitante GHABI Ezeddine, nato nel 1981 in Tunisia, irreperibile sul territorio nazionale, con precedenti penali per reati in materia di armi e reati contro la persona, ricercato perché destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal GIP c/o il Tribunale di Ancona dr. Carlo Cimini su richiesta dal PM della Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Ancona dr. Ruggiero Dicuonzo, per i reati di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia aggravati ed atti persecutori, emessa a seguito delle indagini effettuate dalla Squadra Mobile della Questura di Ancona.

 

In data 4 gennaio 2015, in Ancona, Ghabi Ezzedine fu tratto in arresto dagli agenti della Squadra Volante della Questura per il tentato omicidio di suo cugino Ghabi Faycel, che unitamente ad un complice (successivamente parimenti arrestato a Modena) avevano tramortito con una mazza da baseball ed accoltellato per questioni sentimentali ma anche debiti di droga.

 

 Nello specifico l’ odierno arrestato rimproverava al cugino di maltrattare la sua ex moglie, T.L. 33enne anconetana, che aveva intrapreso con lui una relazione sentimentale dopo la separazione dall’ex marito Ezzeddine. Nel luglio 2015 i poliziotti anconetani, riscontrata la reiterazione delle cennate condotte maltrattanti, avevano eseguito nei confronti di Ghabi Faycel il  provvedimento urgente del Tribunale per i Minorenni di Ancona di allontanamento dalla casa familiare con divieto assoluto di contatto con T.L. ed i figli minori di questa.

 

Il 7 agosto 2015 Ghabi Ezeddine venne scarcerato e si stabilì a casa del suo ex nucleo familiare; anche il medesimo, alla pari di quanto aveva fatto in precedenza suo cugino, aveva iniziato a maltrattare pesantemente sia la donna che i tre figli minori, tanto che nel gennaio 2016 la Squadra Mobile della Questura eseguì anche nei suoi confronti il provvedimento del Tribunale dei Minori di Ancona di allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinarsi alla ex moglie ed ai figli minori.

 

Le condotte persecutorie erano continuate, nonostante i divieti imposti dal Tribunale, attraverso telefonate minatorie, intrusioni forzate in casa, percosse, pretese indebite di denaro e di prestazioni sessuali tanto che, a seguito dei puntuali riscontri probatori raccolti dagli investigatori, Ghabi Ezzedine aveva perso la potestà genitoriale, giusto decreto del Tribunale per i Minorenni di Ancona; nonché colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa lo scorso 26 marzo dal GIP dr. Cimini su richiesta del Pubblico Ministero dr. Dicuonzo.

 

Il Ghabi poco prima che fosse spiccato l’ ordine di cattura si era dato alla latitanza, ma il Pubblico Ministero aveva autorizzato gli investigatori della Squadra Mobile, specializzati nella cattura dei latitanti, ad una serie di attività anche di natura tecnica, comprese intercettazioni internazionali che alla fine avevano portato ad individuare in Francia il fuggiasco.

 

Il medesimo, rintracciato dalla Polizia francese su input di quella italiana a Marsiglia, è stato consegnato alla Polizia di Frontiera Terrestre di Ventimiglia (IM) e riammesso sul territorio nazionale in quanto clandestino, in ossequio all’ Accordo di Chambery; a seguire, è stato tratto in arresto da personale della Squadra Mobile Anconetana in collaborazione con quello della locale Polizia di Frontiera in esecuzione della richiamata ordinanza di custodia cautelare in carcere. I poliziotti anconetani, inviati in missione a Ventimiglia, lo hanno scortato al rientro fino al carcere di Ancona Montacuto, dove sarà interrogato nei prossimi giorni dal GIP.

 

La Sezione catturandi della Squadra Mobile dorica ha effettuato altresì un ulteriore arresto nei confronti del 30enne anconetano Vincenzo Da Muro, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio gli stupefacenti, che su ordine del Tribunale di Sorveglianza è stato rintracciato e condotto in carcere a seguito di sospensione del beneficio dell’ affidamento in prova al servizio sociale; il 30enne infatti aveva violato alcune disposizioni impostegli dal giudice di sorveglianza.

 

 La Squadra Mobile incaricata della sua cattura lo ha rintracciato nel quartiere Q2 e, dopo un passaggio per il rituale foto segnalamento in Questura, lo ha accompagnato al carcere di Montacuto.


25/06/2016

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