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LA POLIZIA DI STATO ARRESTA DUE GIOVANI PALERMITANI, AUTORI DI UNA RAPINA IN DANNO DI UNA ‘SALA DA GIOCO’. FINISCE AI DOMICILIARI, PER FAVOREGGIAMENTO, ANCHE IL CASSIERE, VITTIMA DELLA RAPINA

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LA POLIZIA DI STATO ARRESTA DUE GIOVANI PALERMITANI, AUTORI DI UNA RAPINA IN DANNO DI UNA ‘SALA DA GIOCO’. FINISCE AI DOMICILIARI, PER FAVOREGGIAMENTO, ANCHE IL CASSIERE, VITTIMA DELLA RAPINA

La Polizia di Stato ha tratto in arresto due giovani palermitani La Barbera Vittorio, 21enne e Leto Antonino, 23enne, autori di una rapina messa a segno in una sala da gioco di via Messina Marine. Nei loro confronti è stato eseguito un provvedimento di Custodia Cautelare in Carcere emesso dal GIP del Tribunale di Palermo. Insieme ai due malviventi, nell’ambito dello stesso filone di indagine, è finito nei guai anche M. N., 36enne, impiegato e, all’atto della rapina, cassiere del medesimo esercizio di scommesse, che dovrà rispondere di favoreggiamento personale e per il quale sono stati, invece, disposti gli arresti domiciliari. Nello specifico, il 28 gennaio del 2019, i due malviventi sono entrati nella garitta presidiata dal cassiere M.N. e, pistola in pugno ed in apparente scioltezza, sono riusciti a trafugare circa 3000,00 euro. Gli agenti del Commissariato di P.S. “Brancaccio” hanno seguito il caso, studiandone ogni particolare, attraverso il filtro della loro esperienza e delle immagini delle telecamere della sala che hanno ripreso le fasi dell’irruzione e della materiale apprensione del denaro dei due banditi. E’ così che i poliziotti sono pervenuti alle identità di La Barbera e Leto, pregiudicati del quartiere, nonostante i due malviventi avessero compiuto la rapina travisati da sciarpa e scaldacollo e nessuna importante indicazione sulla loro identità fosse stata fornita dall’unico testimone oculare dell’assalto, appunto il cassiere. La profonda conoscenza del territorio da parte degli investigatori ha compensato la povertà del quadro indiziario di partenza: sui profili dei due palermitani di un noto social network, i poliziotti hanno riconosciuto entrambi indossare gli stessi abiti usati in corso di rapina; questi stessi abiti sono stati poi rinvenuti e sequestrati a seguito di perquisizione domiciliare a loro carico. Il prosieguo delle indagini è servito anche per confutare le dichiarazioni del cassiere che, a precisa domanda degli agenti, aveva risposto di escludere di conoscere i due rapinatori e di non essere in grado di riconoscerli, neanche attraverso una foto segnaletica. E’ stato, infatti, acclarato che il cassiere sapesse chi erano i due e che con le sue dichiarazioni mendaci ha quindi seriamente ostacolato le indagini della Polizia di Stato.


09/09/2019

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