Nella mattinata del 23 Settembre 2019 gli uomini della Squadra Mobile hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, M.M., cittadino marocchino classe 1951, domiciliato a Lissone.
Circa un anno fa la moglie dell’uomo aveva finalmente trovato il coraggio di denunciare le violenze fisiche ed i maltrattamenti psicologici che da oltre dieci anni lei e i tre figli minori subivano quotidianamente all’interno delle mura domestiche, condotte neppure scatenate, come spesso accade, da una separazione dei coniugi. Nel mese di Gennaio di quest’anno, una volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, intervenuta a casa della famiglia, lo aveva già tratto in arresto nella flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia. Prima sottoposto alla custodia cautelare in carcere e successivamente agli arresti domiciliari in altro luogo, l’uomo aveva ottenuto recentemente la revoca degli arresti, sostituiti dal semplice divieto di avvicinamento alle parti offese. Misura che non gli ha impedito, nei giorni scorsi, di attendere la moglie all’uscita dal posto di lavoro e di seguirla fino a casa. L’immediata attivazione delle procedure dettate dalla nuova normativa, il cd. “Codice Rosso”, ha portato, una volta raccolta l’ulteriore denuncia della donna (non appena tornato libero, M.M. non aveva fatto altro che seguire e pedinare moglie e figlia preoccupandosi di far arrivare loro, per interposta persona, anche minacce di morte) al suo arresto su ordine dell’A.G. eseguita immediatamente dalla Squadra Mobile.