Nel pomeriggio di ieri, una pattuglia della Sottosezione della Polizia Stradale di Modena Nord, transitando al km 177 nord della A/1, nel territorio del comune di Castelfranco Emilia (MO), ha notato un’autovettura Lancia Musa con targa italiana, il cui conducente alla vista della Polizia ha rallentato repentinamente la marcia.
Insospettiti dal comportamento anomalo, gli operatori hanno deciso di procedere al controllo, con l’ausilio di un altro equipaggio.
Il veicolo è stato inizialmente condotto nella vicina area di sosta “Castelfranco Est”, dove gli operatori, effettuato un primo sommario controllo, hanno potuto accertare che il conducente, un 34enne originario della provincia di Reggio Calabria, ma residente in provincia di Milano, è gravato da alcuni precedenti di polizia. Insieme all’uomo viaggiava il figlioletto minore di soli 5 anni.
L’uomo, teso e preoccupato, alla richiesta di una spiegazione circa il motivo del suo viaggio, ha risposto, in maniera del tutto inverosimile, di essere partito il giorno prima da Milano, con la macchina di un amico, per raggiungere i genitori in Calabria, precisando che sarebbe andato a ritirare un seggiolino da auto per il trasporto di bambini.
Le verifiche sul veicolo sono proseguite presso la sede della Sottosezione della Polizia Stradale di Modena Nord.
Durante l’ispezione è stato rinvenuto un interruttore, occultato nella parte sottostante lo sterzo, il cui azionamento dava accesso a due vani ricavati sotto i sedili anteriori, la cui capacità si estendeva per tutta la lunghezza del veicolo.
Al loro interno sono stati recuperati ben 15 panetti di forma rettangolare, sigillati con nastro da pacchi e ricoperti da uno strato di polvere di caffè, il tutto imbustato ermeticamente in un ulteriore strato di pellicola trasparente contenenti oltre 16 kg di cocaina.
Il 34enne è stato, pertanto, tratto in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e tradotto presso la locale Casa Circondariale come disposto dal Magistrato di turno, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Il minore è stato affidato alla madre.
Oltre alla sostanza stupefacente, sono stati sequestrati due telefoni cellulari, ritenuti utili per lo sviluppo di successive indagini.
Lo stupefacente, di elevata purezza, ha un valore stimato all’ingrosso di circa 800.000 euro; una volta tagliato e immesso sul mercato avrebbe potuto fruttare fino ad oltre tre milioni di euro.