Sempre più stretta e frequente l’interazione cittadino-poliziotto, baluardo di difesa civica. Efficiente ed immediato contrasto – da parte della Polizia di Stato – ad azioni vessatorie ed intimidatorie nei confronti dei messinesi.
Tutto ha avuto inizio qualche mese fa allorquando una persona, intimorita e preoccupata, si rivolgeva agli investigatori della Squadra Mobile per dichiararsi vittima di reiterate richieste di natura usuraria rispetto ad un debito contratto fuori dagli ordinari circuiti per l’apertura e fruizione del credito.
Con un’indagine lampo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina, la Squadra Mobile è riuscita a ricostruire i rapporti tra la persona offesa dal reato ed il suo presunto aguzzino, apprendendo che, a fronte di un prestito iniziale di 2700,00 Euro e nonostante la vittima avesse già restituito 1600,00 Euro in contanti, veniva avanzata la pretesa di riavere indietro altri 5000,00 Euro, facendo così lievitare la complessiva somma da restituire addirittura fino a 6600,00 Euro.
Una richiesta fuori misura rispetto agli ordinari tassi d’interesse, risultando di tutta evidenza usuraria.
Così, domenica scorsa, con una fulminea e mirata azione dinamica sul territorio, finalizzata al monitoraggio di un incontro tra la vittima e l’individuo che lo vessava, gli investigatori della Squadra Mobile messinese, all’uscita di un bar del centro città, sono riusciti a bloccare il trentasettenne messinese. Questi, dopo aver incontrato la vittima, recava addosso una busta contenente 500,00 Euro, appena consegnatigli, quale acconto della più consistente somma illecitamente richiesta per estinguere un debito i cui interessi, in poco tempo e secondo le ingiustificate pretese dell'usuraio erano ormai cresciuti a dismisura.
Ricorrendo la flagranza del reato, gli operatori della Squadra Mobile hanno tratto in arresto l'uomo e, dopo la redazione dei necessari atti ed il rituale avviso al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Messina, lo hanno tradotto presso la locale Casa Circondariale.
L’arresto è stato poi convalidato dal competente Giudice per le Indagini Preliminari che disponeva, nei confronti del trentasettenne, la misura cautelare della custodia in carcere.