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I “Bonnie e Clyde” della truffa denunciati dalla Polizia di Stato

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Una coppia di anziani coniugi romani si reca  presso l’Ufficio denunce della Questura per querelare un venditore di automobili reo di aver messo in atto, nel corso di una compravendita,  una serie di  artifizi e raggiri.

I fatti risalgono al 2016, quando nel mese di  ottobre, la signora ha mostrato interesse ad acquistare una nuova auto.

Esternata l’intenzione ad un conoscente, un mediatore mette in contatto la 74enne  con un 35enne residente in Ciociaria, garantendole di concludere un buon “affare”.

La donna, consultatasi con il marito, decide di procedere all’acquisto di una Lancia Y  che le viene proposta al costo di 5.500 euro.

 L’anticipo richiesto per concludere la trattativa è di 3.200 euro.

 Il venditore, nell’intento di guadagnare la fiducia dei nuovi clienti, presenta le necessarie certificazioni, rivelatesi poi false,  comprovanti  l’avvenuto acquisto del veicolo ed il relativo aggiornamento della carta di circolazione.

 La documentazione è  prodotta da un’agenzia di pratiche auto  la  cui   titolare è una 36enne originaria del Veneto, nonché moglie del venditore.

La consegna del veicolo subisce notevoli ritardi e gli anziani coniugi, stanchi di un’attesa ormai estenuante, iniziano a dubitare di aver fatto un buon affare e decidono di richiedere una visura al PRA:   il passaggio di proprietà non è stato mai registrato.

Alle ovvie proteste degli acquirenti, il furbo venditore tergiversa ed  offre loro una nuova proposta  “vantaggiosa”: un’ elegante berlina al costo di 11.000 euro. Andavano versati altri  2.500 euro per l’anticipo.

L’anziana coppia, pensando così di poter recuperare la somma precedentemente versata, cede alla “tentazione”, ricevendo in garanzia un assegno di uguale importo a firma della moglie del 35enne.

Nemmeno in questo caso l’auto viene consegnata ed i querelanti decidono di incassare l’assegno avuto in garanzia.

 Il titolo, però, viene rifiutato, poiché  recante una firma, come verrà accertato in seguito, appositamente illeggibile, per evitarne proprio la contabilizzazione.

Alle ennesime proteste degli acquirenti, il commerciante mostra altra documentazione prodotta sempre dall’agenzia  della moglie: stavolta i clienti non si lasciano ingannare.

Ecco allora che rientra in gioco il mediatore che aveva messo in contatto le parti e  le innumerevoli vicissitudini si  placano.

Ovviamente per gli  anziani coniugi l’ “iter” è sembrato alquanto anomalo e, accogliendo pienamente l’invito della Polizia di Stato a segnalare sempre ogni episodio sospetto, hanno interessato della loro vicenda i polizotti di Frosinone.

Scattano tempestive e precisissime indagini  che hanno permesso  di accertare  il “modus operandi”  intenzionalmente  fraudolento dei “Bonnie e Clyde della truffa” , che vengono denunciati.

 Tra i reati contestati, dagli uomini della Squadra Volante, oltre alla truffa in concorso, anche l’intestazione fittizia.


22/07/2017

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